sabato 9 agosto 2008

128 di 2013, il Perdono, perché Giuda Iscariota...

Stefano Armellin con il pezzo 128 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013



Titolo: il Perdono, perchè Giuda Iscariota... : Giuda Iscariota di Felice Artuso 
Il personaggio : Giuda è il figlio di Giacobbe e di Lia (Gn 29,35), capostipite della più grande tribù d’Israele. Parecchi ebrei portano questo nome di antica origine. Nel gruppo degli apostoli ce ne sono due. Gli evangelisti li distinguono, aggiungendo il nome del loro padre: Giuda di Giacomo e Giuda di Simone . Per quest’ultimo usano anche lo specifico Iscariota, aggettivo derivante probabilmente da Ish-harja, uomo falso o tintore, nonché da Ish Keriòt, uomo di Kariòt, città circondata da mura a sud di Hebron (Gs 15,25; Am 2,2).

Talvolta ricorrono inoltre al sostantivo “traditore” , di cui i cristiani faranno largo uso. L’apostolo Paolo abbonda di notizie sulla chiesa apostolica, ma non accenna mai a Giuda Iscariota, perché prova un certo imbarazzo a parlarne. Secondo una tradizione cristiana costui sarebbe un giudeo, appartenente ad una famiglia farisaica.
 
Non si sa dove e quando Gesù ha incontrato il futuro traditore. Forse l’ha visto per la prima volta, quando scese nella valle del Giordano e chiese a Giovanni Battista di battezzarlo. Notando le sue qualità intellettive e la sua disponibilità all’ascolto, lo invita a seguirlo. 

Dopo aver trascorso una notte in preghiera, lo sceglie tra i vari discepoli e lo costituisce apostolo (Lc 6,12-15). Educa quindi Giuda ad amare, a rispettare, a servire i fratelli e a condividere la sua missione di totale donazione di sé. Gli affida anche l’incarico di amministrare l’economica della nuova comunità apostolica.
 
In un primo momento Giuda corrisponde alla grazia della chiamata. Conta sul successo temporale di Gesù, che sprigiona un’inspiegabile forza d’attrazione e un fascino straordinario. Rinunciato a tutti i progetti personali, condivide la rigorosa povertà del Maestro. 

Ascolta il suo suggestivo ed entusiastico insegnamento. Ammira i miracoli che egli va compiendo. Impara nuove forme di preghiera. Partecipa alla dura fatica della prima missione apostolica di cui l’evangelista Marco scrive: «Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando. 

Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al bastone non prendessero nulla per il viaggio» (Mc 6,6).
 
Dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci ha l’impressione che Gesù parli a sproposito. Dominato dalla bramosia del denaro e dal dubbio di essersi sbagliato, muta atteggiamento nei confronti del suo Maestro. 

Rimane ancora nella comunità dei dodici, ma senza farsi notare, inizia un periodo di graduale dissenso sulle azioni e sulle previsioni di Gesù. Trascura i doveri morali. Non serve più gli altri con fede e amore. Inquieto e scontento, appoggia la crescente opposizione dei sadducei e degli estremisti zeloti. 

Non crede che egli è il Messia, predetto dalla Sacra Scrittura, fedele alla legge mosaica e liberatore dei popoli, sottomessi dal potere maligno. Ha l’impressione che i suoi interventi misericordiosi siano inadeguati ai problemi emergenti (Gv 6,64).

Padre Felice Artuso

"Il pubblico e il privato non sono più separabili ormai, si compenetrano a vicenda in modi che in passato sarebbero apparsi inauditi" Canetti.