mercoledì 3 settembre 2008

153 di 2013; Potere e l'Apocalisse

Stefano Armellin con il pezzo 153 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013 



Titolo : Potere e l'Apocalisse " E' molto significativo che tutti i pensatori della storia dell'umanità i quali comprendono qualcosa del potere effettivo, lo affermino. I pensatori che sono contro il potere ne penetrano difficilmente l'essenza. Hanno elaborato una scienza del potere solo quei pensatori che lo approvano e sono disposti a farsi suoi consiglieri.". Canetti.
"APOCALISSE...A questa bestia che sale dal mare (le acque sono simbolo dell'agitarsi di molti popoli, Apocalisse 17,15) si affianca una seconda bestia che sale dalla terra (Apocalisse 13,11), alla quale appartiene, anziché il materiale potere d'imporre, il potere -spirituale- di sedurre (Apocalisse 13,12-17).

Le due bestie, compenetrandosi la seconda nella prima come anima nel corpo, finiscono per fondersi in una (Apocalisse 13,17-18; 16,2; 17,3).

Alla seconda bestia che si fonde con la prima, é attribuito come cifra il numero 666, di cui il veggente invita a decifrare il significato (Apocalisse 13,18); ma la chiesa non si é mai preoccupata di ubbidire agli insistenti ammonimenti con i quali l'Apocalisse esorta a non trascurare nulla dell'ultima rivelazione data da Dio agli uomini (Apocalisse 22,7; 22, 18-19; 19,10; 1,3).

Gli interpreti computando secondo gematria, vedono indicato nel 666 Nerone: ma il conto torna solo a fatica, riferendolo a - Cesare Nerone - scritto senza una vera ragione in caratteri ebraici; oppure riferendosi a -Cesare Dio - scritto in caratteri greci, ma in questo caso ottenendo, anziché 666, 616, che si trova in alcuni manoscritti.

Non é difficile credere che Giovanni abbia pensato davvero (ma anche soltanto?) a Nerone, e alla diffusa leggenda della sua sparizione e del suo ritorno (Apocalisse 13,3; 17,11): la seconda bestia rappresenterebbe allora le motivazioni -spirituali- del potere di Roma,

che si esprimevano soprattutto nel culto imperiale al quale i martiri cristiani si rifiuteranno durante le persecuzioni. Ma il significato della parola profetica di Dio non é limitato a ciò che il profeta che la pronuncia con la sua bocca intende:

tanto meno può esserlo nell'orizzonte oscuramente visionario del genere apocalittico; e meno ancora può esserlo quando la (supposta) esplicita comprensione del profeta renderebbe privo di contenuto per noi il suo annuncio.

Solo il compimento escatologico esaurisce il significato della parola di Dio". Sergio Quinzio, Un commento alla Bibbia, pp.807-808