domenica 26 ottobre 2008

207 di 2013 ; Atto Terzo e l'Apocalisse

Stefano Armellin con il pezzo 207 di 2013 della composizione record
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo: Atto Terzo e l'Apocalisse : " Gandhi non aveva senso storico, viveva in una sua dimensione fuori dal tempo. Non si rendeva conto che in tutto il Mondo era in atto un processo irreversibile di sviluppo economico, tecnologico e scientifico; e che il contatto con una società economicamente sviluppata a alto tenore di vita come quella Occidentale, aveva portato, in tutto il Mondo, a una scoperta dirompente : che la miseria e la sofferenza non sono parte necessaria della condizione umana. E perciò il suo appello, all'amore alla non violenza, alla rinuncia dei beni materiali, al perfezionamento interiore indipendentemente dalle condizioni della vita esteriore cadde, alla fine, nel vuoto". Borsa.


"APOCALISSE...Gerusalemme é perciò una città murata (Apocalisse 21, 12) nella quale non possono entrare gli empi (Apocalisse 21, 8; 21, 27; 22, 15) che vengono puniti all'esterno, nello stagno di fuoco (Apocalisse 21, 8; 21, 27; 22, 15) che vengono puniti all'esterno, nello stagno di fuoco (Apocalisse 21, 8; 20, 13-15; 14, 10-11; Gd 7).

A Gerusalemme non ci sarà più nulla di sacro perché tutto sarà sacro (Zc 14, 20-21): in essa ci sarà il trono (Apocalisse 22,3) ma nessun -santuario- (Apocalisse 21, 22), il tempio che era nel cielo (Apocalisse 11, 19; 15, 5) infatti non discende sulla terra ma scompare insieme a tutta la sua liturgia.

In mezzo alla città ci sarà -l'albero della vita- che stava nel mezzo del Paradiso terrestre (Apocalisse 22,2; 22, 14; Ez 47,12; Gn 2,9; 3,22): non ci sarà l'assenza del tempo ma la continuazione del tempo nei suoi ritmi di sempre (Apocalisse 22, 5; 22,2)". Sergio Quinzio, Un commento alla Bibbia, pp. 819-820

"Come ogni atto o pensiero d'amore, la tensione degli animi a Dio non doveva avere motivi e slanci terreni, si generava spontaneamente dalla rinuncia a tutto il pensiero mondano, sostanzialmente logico. Perciò Michelangelo si rifece al progetto di Bramante, che nella sua proporzionalità era perfettamente logico, e lo destrutturò...

San Pietro era la Chiesa visibile e la visibilità, intellettuale o spirituale che fosse, doveva essere totale e assoluta, da tutti i punti di vista e, paradossalmente da nessuno : era idealmente lo stesso per chi stava dentro e per chi stava fuori". Op. Cit.