mercoledì 12 novembre 2008

224 di 2013 ; il Giudizio e i giudei

Stefano Armellin con il pezzo 224 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Il Giudizio e i giudei ; Dopo un'orribile battaglia Cristo ritornerà in terra, sconfiggerà i -Re della terra- e stabilirà il -millenio terrestre- un periodo di mille anni di pace, al termine del quale il Signore giudicherà tutti coloro che non si sono salvati. 

Ecco alcune delle innumerevoli afflizioni che dovrebbero tormentare la terra : 1/3 dell'acqua del Pianeta diventerà amaro; 1/3 del mare si trasformerà in sangue; 1/3 delle creature e dei pesci marini morirà; 1/3 delle navi sarà distrutto, con 5 mesi di invasione di locuste; un calore infernale; 3 anni e mezzo di siccità; la morte di una metà della popolazione mondiale e tre guerre forse nucleari. 

(Nota per il lettore : non ho la fonte di questo testo, l'ho inserito perchè sta bene nel tema del mio Poema e in effetti alcune cose si stanno verificando; ma per coloro interessati alle cose ultime prego tenere fede alla Bibbia Cattolica approvata dalla Conferenza Episcopale Italiana, diffidate delle versioni di fantasia. Stefano Armellin).

Il Cristianesimo diviene più rispetto del giudaismo di Padre Felice Artuso

Durante il primo millennio i cristiani conservano un vago sentimento antisemita. Salvo eccezioni rifiutano di dialogare e di collaborare con i giudei. Non pretendono tuttavia che si convertano al cristianesimo, né li obbligano a ricevere il Battesimo. 

All’inizio del secondo millennio i sovrani europei organizzano le crociate per liberare la Palestina dal dominio musulmano. Nella prima crociata i militari latini, suggestionati da Rodolfo, monaco cistercense, massacrano parecchi giudei, perché hanno combattuto con i musulmani. Informato sugli orribili delitti, l’abate Bernardo di Chiaravalle definisce Rodolfo un prepotente, uno stolto e un menzognero omicida . 

Promovendo la seconda crociata. Bernardo adotta qualche espressone antisemita, tipica degli oratori di quell’epoca. Detesta tuttavia la coercizione e la violenza. Scrive anche una lettera in cui chiede agli arcivescovi francesi di impedire che le truppe latine massacrino nuovamente altri giudei, residenti in Palestina: «Non bisogna perseguitare gli Ebrei; essi non vanno trucidati e neppure posti in fuga... Essi sono le punte vive, rappresentano continuamente la Passione di Cristo... Sono stati dispersi, sono stati abbassati; sopportano una dura schiavitù sotto i principi cristiani… Quando sarà convenuta la totalità delle genti, allora Israele sarà pienamente salvo, dice l’Apostolo» . 

Nel corso del millennio diversi intellettuali d’Occidente stimarono e difesero l’identità ebraica. Qui noi ci soffermiamo solo sugli atteggiamenti e sulle scelte dei nostri ultimi Pontefici. Pur dipendendo da una formazione con una venatura antigiudaica, essi riconobbero che i giudei avevano il diritto di conservare l’autonomia della fede, del culto, del lavoro e della cultura. 

Migliorarono i rapporti con giudei all’alba del secolo XX. Riportiamo il loro nomi e le loro iniziative. Mons. Achille Ratti, prefetto della biblioteca ambrosiana, professore in seminario e futuro cardinale di Milano, intesse un rapporto culturale e amicale con il rabbino Alessandro Elisha Da Fano. Eletto papa con il nome di Pio XI, nel 1937 pubblica l'enciclica “Mit brennender Sorge” (Con bruciante preoccupazione), in cui, rivolgendosi ai vescovi tedeschi, denunzia il nazismo tedesco, che propaga la violenza antisemita e infrange i trattati internazionali. Offre anche un orientamento e un metodo da eseguire, per neutralizzare la bieca prepotenza degli antisemiti. L’anno seguente, parlando con visibile emozione ai pellegrini belgi, dichiara: «L’antisemitismo è inammissibile. Noi siamo tutti spiritualmente semiti».
 
Il venerabile, Pio XII, nel radiomessaggio del 24 dicembre 1943, riferendosi alla tragedia della “shoah” (olocausto), deplora che «centinaia di migliaia di persone le quali, senza veruna colpa propria, talora solo per ragioni di nazionalità o di stirpe, sono destinate alla morte o ad un progressivo deperimento» . Per contrastare l’antisemitismo nazista, numerosi vescovi, sacerdoti, religiosi, pastori e laici si prodigano fino al martirio per salvare la vita dei giudei.

Padre Felice Artuso