sabato 22 novembre 2008

234 di 2013 ; Autoritratto 7 il Silenzio nella spiritualità

Stefano Armellin con il pezzo 234 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013



Titolo: Autoritratto 7 il Silenzio nella spiritualità : "Quelli che in tutto il Mondo governano gli altri, sono in generale almeno altrettanto saggi della gente governata da loro...per rendere in generale frugale una nazione le cose necessarie alla vita devono essere scarse e quindi care...Sia la propietà inviolabile e i privilegi uguali per tutti". Mandeville.

Il Silenzio nella spiritualità di Padre Felice Artuso

I fondatori della vita monastica prescrivono ai monaci di prediligere il silenzio e di osservarlo specialmente nei periodi penitenziali e nel giorno della Passione del Signore. 

Concedono che parlino con moderazione nel caso di necessità oppure nei luoghi e nei tempi più idonei. San Benedetto abate considera il Silenzio un elemento basilare, per incontrare Dio con cuore aperto, ascoltare la sua illuminante Parola, lasciarla fluire nell'intimo, confrontarsi con se stessi e conformarsi al Signore, centro di ogni realtà. 

Scrive: «L'importanza del Silenzio è tale che persino ai discepoli perfetti bisogna concedere raramente il permesso di parlare, sia pure di argomenti buoni, santi ed edificanti» . 

I Certosini, fondati da San Bruno nel 1084, praticano un rigoroso silenzio per incontrare Dio, unirsi a Lui, pregarlo con fiducia e comprendere la reale dimensione di se stessi. Dialogano tra loro solo durante la breve ricreazione della domenica.
 
I mistici s'infastidiscono delle parole sciatte ed inutili. 

Preferiscono conservarsi nel Silenzio, per percepire la presenza e la trascendenza di Dio. 

San Francesco d’Assisi dichiara beato chi nei rimproveri tace e ripara le offese ricevute. 

P. Luigi Chardon, grande consigliere spirituale, indica questa norma comportamentale: «Serba il Silenzio, se prevedi che le tue parole, invece, d’essere ben ricevute, faranno più male che il Silenzio, oppure non saranno d’alcun vantaggio. Taci, quando credi che le accuse di cui sei l’oggetto sono una prova che il Cielo ti manda, e quando giudichi ch’esse non potrebbero essere pregiudizievoli alla gloria di Dio» . 

San Paolo della Croce insegna con insistenza che il Silenzio è necessario, per conformarsi ai patimenti di Gesù e per avanzare nella Santità. Alle persone incamminate sulla via della Santità raccomanda di amare, di patire e di tacere. 

Scrive appunto a suor Colomba Geltrude Gandolfi: «Amate e tacete, tacete ed amate, e l'amore v'insegnerà tutto e resterete tutta penetrata in fede e amore delle pene santissime di Gesù, che sono opera d'amore e vi sarà insegnata la scienza dei Santi» . 

In una lettera ad Agnese Grazi ricorda: «La più sicura (via) è tacere in tutto ad esempio di Cristo, che maltrattato, vilipeso, bestemmiato, calunniato, taceva… S'abbissi sempre più nel suo nulla, nella sua viltà» . 

Inventa questo motto, che scaturisce dalla sua esperienza spirituale: “Operare, patire e tacere”. 

Santa Gemma Galgani conferma la validità dell’attivo e amoroso Silenzio su ogni evento, in particolare sulle sofferenze estatiche. Infatti, nella lettera trentunesima a P. Germano, suo direttore spirituale, confida: «Soffro ma sto zitta; fino a che duro, Silenzio, e poi per forza sono costretta a dirlo, ma a chi devo lo so» .

Padre Felice Artuso