domenica 28 dicembre 2008

270 di 2013 ; Maria di Magdala

Stefano Armellin con il pezzo 270 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013



Titolo: Maria di Magdala : "Noi non siamo oggi quello che eravamo ieri, perchè nel frattempo c'è stato un mutamento, un accrescimento di esperienza che ci ha resi diversi. Così come dal punto biologico ogni giorno cambiamo". Federico Zeri


Gesù appare a Maria di Magdala (Gv 20,11-18) a di Padre Felice Artuso

Avvisati i discepoli sulla scoperta della tomba vuota, Maria di Magdala ritorna sullo stesso luogo. Sta lì immobile, afflitta, piangente e concentrata sulla morte ingiusta e terribile di Gesù. 
Attua inconsciamente quanto egli aveva annunciato ai suoi discepoli prima di patire e di morire: «Voi piangerete e vi rattristerete» (Gv 16,20). 
Ad un tratto si curva verso il sepolcro e getta lo sguardo sul posto dove egli aveva sostato in posizione cadaverica. Vede due angeli, vestiti di bianco, tranquilli e seduti ai lati dell’arcosolio; hanno la stessa posa dei due cherubini d’oro che nel tempio custodivano l’arca dell’alleanza (1 Re 6,23-28); onorano la celletta che Gesù ha santificato con il suo passaggio dalla terra al cielo, dall’abbassamento all’innalzamento, dal tempo all’eternità, dall’isolamento all’amicizia. 
Maria non coglie nella loro presenza un segno dell’evento pasquale. 

Per disporla a comprendere che Gesù è passato ad una nuova vita, essi aprono un piccolo dialogo. Le chiedono il motivo del suo pianto, (Gv 20,11-12). Ella risponde alla domanda degli angeli, ripetendo le stesse parole dette agli apostoli: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto» (Gv 20,13).
 
Al che si gira verso l’esterno della tomba. Vede un uomo ritto. Immagina che sia il proprietario del giardino, mentre è il Risorto, che le sta davanti. 

Per farsi riconoscere, egli si adatta alle capacità intellettive della donna. Chiamandola con un appellativo generico, le pone lo stesso quesito dei messaggeri celesti: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?» (Gv 20,15). 

Maria risponde allo sconosciuto, insistendo sul motivo della sua comprensibile afflizione. Gli chiede poi se ha utili informazioni per il ritrovamento del corpo di Gesù. Non ricevendo alcuna risposta, si rigira verso la tomba. Insiste nella ricerca del morto. Tenta di rivederlo nel luogo sbagliato e prolunga involontariamente la sua drammatica sofferenza.
 
A questo punto Gesù toglie a Maria gli ostacoli, che le impediscono di riconoscerlo e di pervenire alla fede nella sua gloriosa risurrezione. 

Per due volte la chiama con il nome personale. Le dimostra di aver avuto con lei dei vincoli di amicizia e di possedere ora una dimensione corporea diversa dall’ordinario. 

Nella storia della salvezza Dio ha chiamato per nome alcuni dei suoi eletti. Gesù, buon pastore, ha chiamato per nome gli apostoli e Maria di Magdala. Ha chiamato per nome anche noi e si attende la nostra risposta.

(segue) Padre Felice Artuso