lunedì 9 novembre 2009

588 di 2013 ; Guerra

Stefano Armellin con il pezzo 588 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013
Titolo : Guerra


Lettera aperta a :
Walter Guadagnini
Presidente Commissione Scientifica del Progetto :



Complimenti vivissimi per la mostra in corso alla Bank Austria Kunstforum di Vienna fino al 10 gennaio 2010 e per i suoi obiettivi umanitari. ( Il ricavato dei biglietti di ingresso in PastPresentFuture verrà interamente devoluto al progetto internazionale di solidarietà S.O.S.Kinderdorf  ).


Con la presente segnalo alla Vostra competente attenzione, per gli anni ottanta del XX secolo : The Opera Collection, in particolare i primi 900 pezzi selezionati su oltre 1300, formato 24 x 33 cm. su carta, prodotti dal 14/09/1983 al 14/04/1985. La composizione è indivisibile e inedita. 

Sotto il Vesuvio si trova quindi il pezzo mancante dell'arte contemporanea del XX secolo. Una singolarità creativa ancora inespressa, che ha generato una composizione oggi entrata nel XXVII anno. 
Diventa quindi necessario parlarvi di presupposti fondamentali invisibili per comprendere quelli visibili.
Può una composizione non ancora visibile al pubblico influenzare l'esistente ? può.
Provate a chiedervi come vive un artista che nel 1985 ha finito un'opera comprensibile e adatta per dopo il 2010. Per farmi comprendere da Ella ho immaginato un dialogo con l'austriaco Ludwig Wittgenstein (Vienna 1889 - Cambridge 1951) ispiratore del Circolo di Vienna (1929), Circolo che è stato fino al 1938 la sorgente del neopositivismo.
Come testo ho usato, per dare voce a Ludwig Wittgenstein, Grammatica filosofica, Scandicci, La Nuova Italia, 1990. Il Dialogo su The Opera concluderà questa lettera aperta.

The Opera affronta la grande crisi delle arti visive che si è verificata ( e per certi versi continua ancora) negli anni settanta, portando artisti come Franco Cipriano a vivere in permanenza percorsi estetici "fuori dal tempo". In una situazione di stallo, tutto sembra già detto e già fatto. Partono di continuo nuove sperimentazioni che concludono poco; e non si riescono più a produrre codici visivi validi per la realizzazione di tutti gli esseri umani presenti nel Mondo.

I galleristi non osano chiedere agli artisti di andare oltre, oltre dove ? se non c'è ritorno economico. Allora il ricercatore, ed è il mio caso, rimane senza galleria di riferimento; e affronta in solitudine il nuovo percorso visivo richiesto dalle condizioni storiche del Mondo presente. Vivendo la stessa Via Crucis-Lucis che nel Poema visivo del XXI secolo é presente in tre versioni.

Ho affrontato la produzione di The Opera nonostante tutto quanto di visivo in arte, dalle pitture rupestri ad oggi, fosse stato fatto. Non bastavano più questi risultati. Per rappresentare l'immagine del Mondo serviva altro : un poema visivo contemporaneo, il Poema visivo del XXI secolo : il Volto del Mondo e la Croce 1993/2013.

Lo stallo nella storia iconografica dell'umanità è un fatto più serio di una guerra. L'immagine del Mondo, di tutti i Mondi, è una realtà psichica che va ben oltre il suo supporto.
Non basta più passeggiare per il Moma, il Metropolitan, il Whitney, il Guggenheim, la Biennale, il Beaubourg, i Musei Vaticani, la New Tate, il Louvre e il Ludwig Museum, serve altro, serve The Opera. dove il luogo espositivo per eccellenza é la mente umana.

Perciò auspico che questa mia conversazione immaginaria con Wittgenstein stimoli la curiosità in qualunque lettore, per conoscere meglio The Opera Collection dal 1983.

Stefano Armellin (A) Dialoga su The Opera con Ludwig Wittgenstein (W)


W. Potremmo porre questa domanda anche così: qual è la caratteristica generale del fatto che la soluzione è stata trovata ?

A. La vocazione artistica che coincide con quella religiosa viene compresa dopo che ho fatto nel 1983/1985, 900 pezzi indivisibili su carta 24x33 cm. selezionati su oltre 1300. Ma quello che è successo dopo è ancora più interessante

W. Voglio supporre che, appena ho risolto il puzzle, rendo riconoscibile la soluzione ripassando e ingrassando certe linee, e magari mettendoci delle ombreggiature. Perchè ora chiami -soluzione- l'immagine che hai tracciato ?

A. Perchè mi sento al limite. Sento di aver dato tutto il possibile, d'essermi svuotato e la - soluzione - è sempre stata lì d'innanzi a me nelle immagini tracciate.

W. Perchè è la chiara rappresentazione di un gruppo di oggetti nello spazio.

A. Dipende cosa intendi per chiara, a volte se cammini nella nebbia può capitarti di sbattere contro la -soluzione-.

W. Perchè è la rappresentazione di un corpo regolare.

A. La composizione The Opera è un corpo regolare unico al Mondo.

W. Perchè è una figura simmetrica.

A. The Opera vive anche di asimmetrie.

W. Perchè è una figura che mi fa l'impressione di un disegno ornamentale.

A. Si. Può essere anche decorativa. Ma non pensare alla tappezzeria della tua casa, qui si manifesta un fatto etico-estetico-escatologico.

W. Perchè è la rappresentazione di un corpo che mi pare noto.

A. Intendi il Corpo di Cristo o la Sindone ?

W. Perchè c'è una lista di soluzioni e questa figura (questo corpo) si trova sulla lista.

A. La lista è Amore ma anche Guerra, campo di concentramento, Olocausto.

W. Perchè rappresenta una specie di oggetto che io conosco bene: perchè mi fa l'impressione istantanea di essermi ben nota; le collego istantaneamente tutte le associazioni possibili, so come si chiama, so che l'ho vista spesso, so a cosa serve ecc. ecc.

A. Dici bene, questa è la relazione estetica in The Opera, un "associazionismo" di nuove immagini, il volto nuovo dell'arte contemporanea, ma mentre da una Fiera esci stordito per le troppe immagini, dopo The Opera esci rinnovato, rinato, risorto, salvo !

W. Perchè rappresenta un volto che mi sembra noto.

A. Il volto dell'arte è la radiografia dell'anima; ci trovi tutto in un volto, nel tuo volto e in The Opera viene definito qualcosa di più : lo Stato dell'Anima del Mondo di ieri, di oggi, di domani.

W. Perchè rappresenta un volto che io riconosco, 1) è il volto del mio amico tal dei tali 2) è un volto che ho visto spesso raffigurato ecc.ecc.

A. Il Volto Santo di Gesù Cristo oggi sepolto sotto miriadi di interpretazioni.

W. Perchè rappresenta un oggetto che ricordo d'aver già visto.

A. Si vedono tanti oggetti e ognuno ha ricordi particolari. Pensa alle nature morte di Morandi.

W. Perchè è un ornamento che conosco bene (anche se non so dove l'ho visto).

A. Mi stai parlando della memoria visiva. Ci può ingannare. Sullo stesso quadro riversiamo ricordi diversi e il tempo che passa. Rivedendo lo stesso quadro che abbiamo dimenticato facciamo una nuova esperienza visiva. Un quadro cambia sempre come le parole dello stesso libro se lette a distanza. Le parole sono le stesse ma noi siamo cambiati.

W. Perchè è un ornamento che conosco bene, conosco il suo nome, so dove l'ho già visto.

A. Lo pensano tutti, è universale, puoi vederlo anche in te stesso, hai ragione non serve viaggiare per trovarlo, la Gioconda te la porti dentro.

W. Perchè rappresenta una suppellettile della mia stanza.

A. Sul comò mettiamo sempre i promemoria fondamentali per la nostra vita. La foto dei nostri cari, qualche oggetto prezioso, il telefono che è una finestra sul mondo, un libro, qualche appunto per fermare un pensiero; accanto ci può essere un quadro, una Croce, un Rosario. La nostra stanza è il cuore dell'Amore e ci può parlare di Dio.

W. Perchè ricordo che quest'oggetto mi è stato descritto.

A. Non scavare troppo, la memoria è come l'acqua, il buco si chiude subito, devi arrivare nel profondo in altro modo, con Carità.

W. Perchè mi sembra di conoscere bene l'oggetto: mi viene subito in mente una parola, che è un suo nome (anche se la parola non appartiene a nessuna lingua esistente).

A. Mi ricordi Gv 1,1 : "In principio era il Verbo".


W. (Chi non capisce perchè parliamo di queste cose deve certo aver l'impressione che le cose che diciamo siano vuoti trastulli).

A. Alcuni lo dicono ancora oggi dei miei disegni, è il problema del linguaggio.


W. Pensa alla multiformità di quel che chiamiamo - linguaggio -. Linguaggio a parole, linguaggio d'immagini, linguaggio di gesti, linguaggio di note.

A. Come artista produco immagini nuove quotidianamente, anche se per certe opere il processo creativo dura anni; m'interessa definire lo Stato dell'Anima del Mondo. Oggi sono veramente interessato alle trasformazioni del linguaggio sacro attraverso le immagini dell'arte contemporanea.
W. Allora capire è quasi come vedere un'immagine da cui seguono tutte le regole che rendono comprensibili i segni. Qui -capire- significa qualcosa di simile ad -abbracciare- con lo sguardo.


A. Precisamente, The Opera è una visione policentrica che parte da un singolo artista, da un singolo centro.

W. Al capire una proposizione si può anche paragonare quello che chiamiamo il capire un quadro.

A. Devi aggiungere il sentire il quadro, l'arte è un sentire prima di un capire. Senti che arriverà The Opera anche ignorandone l'esistenza. La grande arte agisce pure nell'assenza di pubblico, come nel Capolavoro sono importanti gli spazi vuoti come quelli pieni.

W. L'ignorante vede una quantità di linee e non conosce la diversità dei loro significati.

A. Ma anche l'ignorante è immerso nel quadro della vita.


W. Così chi sposa il denaro non lo sposa nel medesimo senso in cui sposa la donna che lo possiede. Il denaro, e quello che ci si compera. In certi casi, un oggetto; ma anche: il diritto di sedere in un certo posto a teatro, o un titolo, o un rapido avanzamento di carriera, o la vita e così via.

A. Il denaro è il carburante del motore della nostra società. Ma il motore è il linguaggio della Carità, sono le persone. Una Banca evoluta muove bene i capitali che possiede tanto più valorizza le persone del Mondo che interagiscono con le sue attività. Il credito è un atto di fiducia che stipuli sempre con degli esseri umani. Certo, oggi i finanzieri sono apprendisti stregoni che gonfiano aria fritta, e tutti paghiamo poi le conseguenze della dissociazione schizofrenica fra finanza ed economia.

W. Ebbene il linguaggio incide anche sulla mia vita.


A. Sulla vita di tutti, non dimentichiamoci del nostro prossimo Ludwig. La Banca di successo nel Mondo, sa individuare il linguaggio adatto per parlare con chiunque, per offrire possibilità concrete di realizzo non solo in una visione mondiale presente, ma immaginando quel che sarà il presente del futuro, e per farlo deve saper cogliere il presente del passato, come già aveva intuito Sant'Agostino. Io penso al Giubileo del 2025.

W. Stefano, io mi limito a descrivere il linguaggio e non spiego nulla.


A. Ludwig, io mi limito a produrre delle immagini lasciando che esse parlino da sè. Ma visto che ci legge Walter Guadagnini consentimi qualche nota in tema con la mostra austriaca.

W. Nessuna parola può essere sostituibile da un'altra in base all'effetto che ha; così non si può sostituire un gesto con un altro. (La parola ha un'anima non semplicemente un significato).

A. Anche l'immagine ha un'anima e mi chiedo se sarà mai possibile una grammatica delle immagini. Forse con The Opera ho inteso aprire questo discorso sulla grammatica delle immagini nella storia e non solo nella storia dell'arte.

W. Allora dirò: "Sì, ora vedo l'immagine giusta".

A. Vedere l'immagine giusta è come sentire la Parola giusta, quella nota, conosciuta a molti; ma qui si tratta di un'intera composizione conosciuta a pochi, The Opera non è ancora conosciuta da molti.

W. Piuttosto l'esser ben nota consiste forse nel fatto che afferro immediatamente un determinato ritmo dell'immagine, e mi ci attengo, e, per così dire, mi acquieto in esso.

A. Il fatto che sia nota ti toglie ogni timore, la collochi nella tua famiglia di immagini e ti senti tranquillo, appagato. Pensa al quadro miracoloso della Madonna del Rosario di Pompei.

W. Il compito della filosofia non è quello di costruire un linguaggio nuovo, ideale, ma quello di chiarire l'uso linguistico del nostro linguaggio, del linguaggio esistente. Il suo scopo è eliminare particolari fraintendimenti; non, ad esempio, quello di creare dal nulla una comprensione autentica.

A. Mi chiedo se l'arte possa creare qualcosa dal nulla, oppure anche noi artisti non facciamo altro che riciclare le stesse immagini, antiche e moderne, illudendoci poi di inventare qualcosa di nuovo. In realtà la nostra conoscenza sulla grammatica delle immagini è molto limitata. The Opera è un tentativo riuscito che aspetta il suo Collezionista.

W. Nel linguaggio tutto viene reso pubblico.

A. C'è molta arte sommersa che mai sarà resa pubblica eppure contiene in sè una capacità di comunicare con l'esterno. Pensa alle tombe. La produzione artistica è indipendente non solo dall'artista ma anche dal pubblico : "Essere e tempo". Voglio dirti che non è il numero dei visitatori che determina un Capolavoro.

W. L'immagine, quale che essa sia può essere interpretata in modi differenti.

A. Il pubblico vede la stessa Croce e la pensa diversamente anche se ha ricevuto la stessa formazione. Vediamo lo stesso quadro e lo viviamo diversamente.

W. Il pensare si può paragonare in tutto e per tutto al disegnar immagini.

A. Certo, e non sposti il problema a distanza ma lo disegni e lo risolvi direttamente sul foglio con generosità. Non riesco a concepire una generosità differita. Perchè non riusciamo a sfamare il Mondo ?

W. L'immagine infatti, dovrebbe essere il linguaggio più diretto. Dunque, l'immagine mi dice se stessa.

A. Tu sei davanti a lei, tu ti esponi, lei ti riflette, ti osserva, ti trasmette energia, ti giudica, The Opera è un tribunale : perchè non riusciamo a sfamare il Mondo ?

W. L'immagine mi dice qualcosa : come se usasse parole.

A. Tutte le immagini come tutte le persone del Mondo hanno qualcosa da dire, da offrire, per chiedere che non venga negato loro il diritto all'esistenza libera, che non venga negata la capacità di auto-determinarsi nel Mondo. Diritto e Dovere internazionale.

W. I linguaggi sono sistemi. Allora il linguaggio giusto sarebbe quello che da luogo all'attività desiderata.

A. E' quello che ti consente il migliore inserimento possibile nel Mondo sia per te sia per la tua famiglia, per questo faccio un appello al Collezionista e al pubblico del Mondo.

W. Il linguaggio m'interessa come fenomeno non come mezzo per uno scopo determinato. Perciò qui ti saluto e ti lascio la chiusura, ciao Stefano.

A. La Carità, nient'altro che la Carità, l'Arte è un fenomeno soprannaturale, ciao Ludwig.


Stefano Armellin

Pompei, 9 novembre 2009