venerdì 11 dicembre 2009

620 di 2013 ; Olocausto

Stefano Armellin con il pezzo 620 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Olocausto : "...il lungo, e spesso doloroso, processo di civilizzazione non riuscì ad erigere una sola barriera contro il genocidio che non fosse possibile aggirare. 

La civiltà si dimostrò incapace di garantire un uso morale del terrificante potere da essa creato.


Il contesto moderno rese possibile l'emergere di uno stato dotato di grandi risorse, capace di sostituire l'intera rete delle forme di controllo economico e sociale con il potere e l'amministrazione politica...

Del tutto atipicamente per un genocidio, la totale soggezione di una popolazione alla volontà incontrastata dei suoi carcerieri era ottenuta rafforzando, e non distruggendo, la sua struttura comunitaria e il ruolo di integrazione svolto dalle sue élite.

Nel 1935 le future vittime dell'Olocausto sapevano già di essere sole. 

Esse non potevano contare sulla solidarietà di altri. 

La strada verso Auschwitz fu costruita dall'odio, ma lastricata con l'indifferenza...

La razionalità dei dominati è sempre un'arma dei dominatori...il più grande degli orrori a memoria d'uomo non scaturiva dall'infrazione dell'ordine, ma da un impeccabile perfetto e incontrastabile dominio dell'ordine.

Come era possibile che individui normali come tanti altri avessero commesso simili azioni ? sembra che i nostri sentimenti passino per lo più attraverso gli occhi. 

Quanto maggiore era la distanza fisica e psicologica dalla vittima, tanto più facile risultava essere crudeli. Questi studi confermano un punto essenziale: il fattore decisivo è la risposta all'autorità e non la risposta all'ordine specifico di inviare una scossa.

Gli ordini la cui origine è estranea all'autorità perdono tutto il loro potere...

Quello che conta non è tanto quello che i soggetti fanno, ma la persona per cui essi lo fanno. Al contrario è evidente che il disaccordo fra le autorità paralizza completamente l'azione".  R.Hilberg