lunedì 19 aprile 2010

750 di 2013; Oriente

Stefano Armellin con il pezzo 750 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Oriente : "...la realtà era al di là delle cose visibili...

L'amore si può mendicare, comprare, regalare, si può trovarlo per caso sulla strada ma non si può estorcere...

Siddharta non fa nulla. Siddharta pensa, aspetta, digiuna ma passa attraverso le cose del Mondo come la pietra attraverso l'acqua, senza far nulla, senza agitarsi: viene scagliato, ed egli si lascia cadere.

La sua meta lo tira a sé, poichè egli non conserva nulla nell'anima propria, che potrebbe contrastare a questa meta...

Ognuno può raggiungere i propri fini se sa pensare, se sa aspettare, se sa digiunare...

Lentamente come l'umidità penetra nel tronco dell'albero che muore, lo riempie a poco a poco e lo fa marcire, il Mondo e la pigrizia erano penetrati nell'animo di Siddharta, lentamente riempivano l'animo suo, lo rendevano pesante e stanco, lo addormentavano. 

Invece s'erano ravvivati i suoi sensi, molto avevano imparato, molto sperimentato...

Lentamente s'appiccava a lui la malattia morale dei ricchi...

il Mondo l'aveva assorbito, il piacere, l'avidità, la pigrizia, e infine anche quel peccato ch'egli aveva sempre disprezzato e deriso come il più stolto di tutti; l'avarizia...". H.Hesse

"La struttura di base della nostra cultura è il Cristianesimo. Da lì dobbiamo partire".
Rocco Buttiglione

Aspetti rituali della professione religiosa c di Padre Felice Artuso
Nella celebrazione eucaristica il neo-professo consegna il pane e il vino al presbitero, che li prende, li presenta a Dio Padre e lo prega di trasformarli mediante l’intervento dello Spirito Santo nel corpo e nel sangue di Gesù. 

Si associa così all’immolazione sacramentale del Signore. Partecipa interamente alla potenza salvifica della sua Croce, manifesta l’intenzione di percorrere la via della donazione di se stesso e intercede per l’umanità, bisognosa di rigenerazione e di santificazione. 

Senza allarmarsi, si immette in un faticoso e lodevole percorso. Accetta di avviarsi su nuove esperienze e di consumarsi gradualmente per la vita dei suoi fratelli. Scrive, infatti, p. R. Cantalamessa: «Carisma ed istituzione sono come due bracci della Croce. Il carismatico è spesso la Croce dell’istituzione e l’istituzione è la Croce del carismatico» .

La cultura odierna sconsiglia l’assunzione degli impegni a lungo termine e non favorisce la retta comprensione della vita consacrata. Incute un’enorme apprensione nei giovani che si preparano a compiere una scelta esigente e definitiva. 

Per impedire le frequenti insoddisfazioni e diserzioni, in alcuni Istituti di recente fondazione i religiosi professi rinnovano annualmente i voti. 

Si dispongono pertanto di incrementare il loro amore verso il Padre celeste, di seguire l’insegnamento di Gesù, di assecondare gli impulsi dello Spirito Santo e di perseverare ad ogni costo negli obiettivi di beneficiare il prossimo. 

In altre parole ignorano quello che gli altri pensano e dicono sulla loro attività. 

Distanziandosi dalle opinioni di molta gente, si configurano più attivamente alla volontà di Dio, sviluppano maggiormente le potenzialità del proprio carisma e richiamano gli sbandati ad uscire dal dannoso percorso dell’erotismo, del consumismo, dell’anarchismo, dello scetticismo, del soggettivismo e dell’esclusione dei valori trascendenti. 

Fedeli al carisma del loro Istituto, non si fermano a guardare nostalgici le belle opere del passato, intensificano bensì i loro impegni, per offrire un aiuto ai fratelli che amano. Nella loro pochezza promuovono quei valori, che arrecano un’autentica dignità, una grande gioia e uno stabile godimento di Dio .

Padre Felice Artuso