lunedì 10 maggio 2010

771 di 2013 ; La grande arte

Stefano Armellin con il pezzo 771 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013





Titolo : La grande arte : " Con il trascorrere del tempo, ci accorgiamo che la grande arte è proprio quella che presenta questa forte specificità territoriale, sociale, religiosa, ma che è anche capace di parlare a tutto il Mondo con il linguaggio della bellezza e della verità.


Il conflitto tra globalizzazione e difesa dell'identità culturale è risolto dall'arte. 

Ma in modo molto più evidente e più legato alla realtà quotidiana potrebbe essere l'artigianato artistico a svolgere questa funzione...

Sono convinto che restituendo agli artigiani artistici la loro importanza culturale e riconoscendo il peso produttivo ed economico della loro attività, anche la -grande- arte troverebbe nuove energie per la propria ricerca, rivitalizzando il mercato". Stefano Zecchi

Gli uomini sarebbero felici se non avessero cercato e non cercassero di esserlo. Così molte nazioni o paesi sarebbero ricchi e felici (di felicità nazionale) se il governo anche con ottima e sincera intenzione, non cercasse (4042) di farli tali, usando a questo effetto dei mezzi (qualunque) in cose dove l'unico mezzo che convenga si è non usarne alcuno, lasciar far la natura, come per esempio nel commercio ch'è più prospero quanto è più libero, e men se ne impaccia il governo. 

Similmente dicasi de' filosofi ecc. Del resto la vita umana è come il commercio; tanto più prospera quanto men gli uomini, i filosofi ecc. se ne impacciano, men procurano la sua felicità, lasciano più far la natura". Giacomo Leopardi 7 marzo 1824

"L'uomo d'affari o la giunta municipale che progettavano una nuova fabbrica, una stazione FS, un edificio scolastico o un museo pretendevano l'arte in cambio del loro denaro.

A peggiorare la situazione, la rivoluzione industriale e la decadenza dell'artigianato il sorgere di un nuovo ceto medio che perlopiù mancava di tradizioni e lo smercio di prodotti volgari e a buon mercato gabellati per arte avevano determinato nel pubblico una decadenza del gusto.

Fra artisti e pubblico la sfiducia era reciproca.

Fu solo nell'800 che si aprì un vero e proprio abisso tra gli artisti di successo (che contribuivano all'arte ufficiale) e gli anticonformisti, apprezzati in genere solo dopo la morte.

Corot come Lorrain e come Turner non esitò mai  a popolare la scena con figure del passato classico o biblico, e fu proprio questa inclinazione poetica ad assicurargli un giorno la sua fama internazionale". Gombrich