venerdì 11 giugno 2010

803 di 2013 ; Sister Act

Stefano Armellin con il pezzo 803 di 2013
 del Poema  visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013





Titolo : Sister Act ; Oggi penso che in fondo sia bella la vita con Mariarosaria, lo penso veramente, insomma ci credo. E' un amore che da perchè riceve, e più dai più ricevi, ricevi insieme, lei ed io, si cresce, si cambia. Un Matrimonio é stabile e forte quando dimostra di superare conflitti e difficoltà anche fortissimi. Stefano Armellin, Varazze, lunedì 15 giugno 2013

Autocritica a metà (quasi) dell'anno in corso : 1. Maggiore precisione nel delineare e raggiungere gli obiettivi; 2. Più determinazione e meno dissipazione di energia in direzioni inutili; 3. Valutare costantemente la visione d'insieme senza perdere l'attenzione dello sguardo da Cristo. 
Stefano Armellin, mercoledì 17 giugno 1998

Devo seguire, continuare a seguire lo Spirito.

Spettacolo -al fuoco al fuoco- dei ragazzi delle medie di Sassello e Urbe. Spettacolo che mette in evidenza l'influenza della televisione e le carenze nella pedagogia dello spettacolo da parte degli insegnanti (sic).

Poi, però, la mostra (Anno Santo 20 maggio 30 giugno 1998 Chiostro Domenicani Varazze) è come esplosa in una diversa e migliore collocazione, dopo 31 giorni di esposizione esiste oggi nel Chiostro questa mirabile dilatazione che ne aumenta l'espressività e forza penetrante/ricevente. Accoglie e penetra al tempo stesso.
Nessun pezzo venduto. 

Vado nella Biblioteca Civica a prendere un libro in prestito, a casa lo apro e dentro, trovo 875 mila lire. Stefano Armellin, Varazze, 19-20 giugno 1998

Il martirio è un atto di Fede e di amore di Padre Felice Artuso
Il martire compie un atto di assoluta Fede in Gesù, che ha promesso ai suoi discepoli la vittoria di Dio sui devastanti effetti del male: «Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per Me, la salverà» (Lc 9,24). 

Affrontando i tormenti del martirio, dimostra che crede fermamente in Gesù Cristo, che brilla sopra ogni potenza avversa (2 Cor 4,10; 11,23-33); rinnova tutte le cose e associa i santi al suo trionfo (Ap 12,10ss; 21,5). 

Inserito nella Chiesa, il martire palpita d’amore per Gesù e soffre con Lui le umiliazioni della morte cruenta. Sperimenta la beatitudine evangelica: «Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5,10). 

In tal modo attua la più alta imitazione di Gesù, la più perfetta partecipazione alle sue sofferenze, il più autentico servizio liturgico e il più convincente esempio di fedeltà all’amata persona. 

Aspetta inoltre l’incontro definitivo con il Signore e confida che egli lo ammetta nella sua gloria (1 Pt 4,13; Rm 5,3; 8,17). 

L’apostolo Paolo scrive, infatti, dal carcere di non temere il martirio, perché esso costituisce una lode a Dio, che tramite il Figlio unigenito apre l’accesso glorioso ai suoi amati figli: «Anche se il mio sangue deve essere versato in libagione per il sacrificio e per l’offerta della vostra Fede, sono contento, e ne godo con tutti voi. Allo stesso modo anche voi godete e rallegratevi con me» (Fil 2,17-18). 

Confida al discepolo Timoteo: «Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. 

Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno» (2 Tm 4,6-8). Parimenti sant’Ignazio vescovo e martire, personalità eminente nella Chiesa primitiva, si considera una vera ostia d’amore per cui scrive ai membri della sua chiesa: Io «sono la vostra vittima e mi offro in sacrificio per voi Efesini» . Segue

Padre Felice Artuso