giovedì 8 luglio 2010

830 di 2013 ; Web

Stefano Armellin con il pezzo 830 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013





Titolo : Web ; "Rinascimento vuol dire...resurrezione: presuppone un'agonia e un seppellimento...è un moto spontaneo che investe tutta una civiltà in tutte le sue manifestazioni e non è dovuto a precisi desideri e programmi di pochi...

in tutte le epoche...gli istinti, i sentimenti, i pensieri, i bisogni, i gusti, gli ideali degli uomini sono tutti presenti e rimangono, all'ingrosso, sempre quelli...col Settecento assistiamo alla piena offensiva contro il Cristianesimo. Nell'Ottocento la parola d'ordine è l'estradizione di Dio e l'incoronazione dell'uomo...

Ogni esperienza è ora consumata e scontata: si attende ora l'apparizione di una nuova sintesi nella quale siano luminosamente armonizzati i diritti del reale e dell'idea, dell'intuizione e della dialettica, della terra e del Cielo...

Tutte l'altre scuole o mode o manie che si son susseguite nell'arte e nella letteratura d'Europa: decadentismo, simbolismo, cubismo, futurismo, dadaismo, surrealismo, espressionismo, realismo magico, ermetismo,, ecc. non sono che tanti stadi e sussulti del progressivo dissolvimento romantico.

Siamo ancora nel Romanticismo ma tutto dice e ammonisce che dobbiamo uscirne, che si sta per abbandonarlo, che si sta preparando una nuova epoca...

Forse tutto il resto del secolo (XX) sarà necessario perchè sorga, nella sua consapevole risplendenza l'età che desideriamo e aspettiamo...(E che il Poema visivo del XXI secolo di Stefano Armellin, Verso il Grande Giubileo del 2025, introduce...)

Lo studio del Rinascimento...(è un) efficace additamento a quel nuovo ordine che ridarà alla cultura d'Europa il giusto prestigio e primato contro gl'illusivi affascinamenti del nichilismo asiano e del faustismo americano. Voglia Iddio che anche questo atteso e invocato Rinascimento abbia il suo principio, come l'altra volta, nella nostra Italia". Giovanni Papini 1942

Il martirio glorifica Dio e segna la crescita della Chiesa di Padre Felice Artuso
Gesù glorifica il Padre durante tutto il corso della sua vita terrena e particolarmente nel tratto della sua dolorosa Passione. Con l’immolazione di se stesso eleva al Padre un’azione sacerdotale ed eucaristica. Il Padre a sua volta glorifica Gesù, donandogli la vita immortale (Gv 13, 31-32). 

I martiri compiono un’azione simile a quella di Gesù. Offrono i loro corpi a Dio, per lodarlo e glorificarlo (Rm 12,1-2). Entrano così nella piena comunione con il suo progetto salvifico. Rafforzano, incrementano e abbelliscono la Chiesa nel suo difficoltoso cammino verso di Lui. 

Rendono più credibile la sua missione di formare il nuovo Popolo di Dio ed essere nel mondo un segno di amicizia, di fraternità e di salvezza. I pagani si commuovono, notando l’irremovibile obbedienza a Dio dei martiri di ogni età, cultura e appartenenza sociale. S’impressionano, sgomentano e ammutoliscono di fronte alla loro incrollabile testimonianza. Provano un senso di debolezza, di frustrazione e d’insuccesso, costatando di non riuscire a bloccare il loro nuovo stile di vita, che ha una profonda influenza nell’opinione pubblica.

Il filosofo san Giustino asserisce nel Dialogo con il rabbino Trifone che «quanto più si applicano prove persecutorie alla Chiesa tanto più aumentano altri fedeli nel nome di Gesù». 

Attesta che egli si è convertito al Cristianesimo, considerando l’eroica testimonianza dei martiri, espressa nei decisivi interrogatori e negli spaventosi spasimi: «Infatti io stesso, che mi ritenevo soddisfatto delle dottrine di Platone, sentendo che i cristiani erano accusati, ma vedendoli impavidi dinanzi alla morte e a tutti i tormenti ritenuti terribili, mi convincevo che era impossibile che essi vivessero nel vizio e nella concupiscenza» . 

L’apologista Tertulliano aggiunge quest’espressione enfatica: «Diventiamo più numerosi tutte le volte che veniamo uccisi; il sangue dei martiri è un seme» . 

Gli stessi carnefici notano che i martiri lottano come i grandi atleti, esternando una determinazione e una grinta da suscitare un insopprimibile fascino. Segue

Padre Felice Artuso