domenica 12 dicembre 2010

987 di 2013 ; Una Croce rossa che cade nello Spirito Santo

Stefano Armellin con il pezzo 987 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Una Croce rossa che cade nello Spirito Santo. " Tra vescovi e conti c'era intesa...

Un nobile, in latino nobilis è un uomo che è noto a tutti. Non può fare niente di nascosto ed i suoi pari non gli perdonano nessun passo falso...

La fama si basa sulla virtù.

Il Re rappresenta quel che manca al popolo. E' ricco e perciò non deve essere avaro. Ha potere e quindi non deve essere caparbio. E' signore, e dunque deve saper ascoltare. Nella lotta per la vita deve saper procurare una abbondanza di pace, deve celebrare incoronazioni e servizi divini.

Solo un grande monarca avrebbe potuto far tacere tutte le tensioni sociali, trovare un accordo fra le più diverse esigenze e da tante piccole particelle ricavare un grande e complesso insieme...

Spesso quando si è cortesi si sta mentendo.

Successivamente la fama del silenzioso Re crea solidarietà fra la gente, così come prima la sua derisione aveva trovato unito e solidale tutto il paese.

La cultura del basso Medioevo non consisteva affatto nella creazione di fragili archi ogivali e di versi macchinosi, bensì nella rappresentazione piena di gusto di un'armonia di vita che la massa della gente poteva solo guardare con stupore e raggiungere mai.

Chi deve vivere per tutti resta in solitudine, anche se non è mai propiamente solo...

Fintantochè i contadini, i borghesi, i nobili, i religiosi e gli intellettuali non avessero cooperato tra loro intersecandosi e associandosi per un obiettivo comune, ma avessero continuato ad essere cerchie di persone, avrebbero sempre avuto bisogno di un principe che stesse sopra tutti loro e che divenisse nella sua persona istituzione e monumento". Borst

Oggi le nuove aggregazioni on line internazionali portano a ripensare il ruolo del potente come anche solo fino a pochi anni fa era stato inteso. Stefano Armellin 11 giugno 2013

"Una reinterpretazione della teoria anselmiana in un modo più accessibile al pensiero attuale .

1. Dio vuole, anzi non può non volere la salvezza dell'umanità.

2. Ora, la salvezza é possibile solo in quanto l'umanità paga il suo debito, ossia restituisce a Dio l'onore sottrattogli per il peccato, e presta a Dio la debita soddisfazione.

3. Ma l'umanità non é capace di prestare una soddisfazione equivalente al male fatto.

4. Quindi il Padre deve mandare il suo Figlio a prendere la natura umana, perché, dando la vita, paghi con la morte dell'uomo Dio il prezzo del riscatto.

Anselmo suppone che i rapporti tra Dio e l'uomo siano regolati secondo i principi validi nei processi civili (ma) le forme di pensiero giuridiche non possono essere applicate univocamente al rapporto tra Dio e uomo". Flick - Alszeghy