lunedì 28 febbraio 2011

1066 di 2013 ; il Secondo Avvento

Stefano Armellin con il pezzo 1066 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Il Secondo Avvento.

La Preghiera cristiana di Padre Felice Artuso. 

La preghiera, eseguita con gioiosa fede, ha una potenza che annulla la lontananza e la separazione 

da Dio. 


La comunità apostolica prega Dio per i battezzati e per l’umanità. Ogni giorno lo implora, per 

vincere la forza devastante del peccato, lenire le angustie e ottenere la grazia di rimanere nella sua 

santa volontà 

Nelle ore pomeridiane recita il salmo 31, nel quale ricorda le invocazioni di Gesù al Padre ed il suo 

ultimo affidamento a Lui. 

Ripetendo quotidianamente questa preghiera, esprime il desiderio di incontrarsi con Dio e si prepara

ad accoglierlo festante nel momento dell’esodo definitivo.


I martiri cristiani affrontano la morte cruenta, rinnovando la preghiera di Gesù agonizzante. 

Vanno incontro al combattimento della Fede, ponendosi nelle mani del Padre. Gli chiedono quindi 

di accoglierli nella sua dimora e di glorificarli.

La Chiesa romana inserisce questa preghiera nella liturgia del Venerdì Santo, ponendola in forma di ritornello tra la prima e la seconda lettura biblica.

Immette anche questa invocazione nella Compieta, perché coloro che celebrano la Liturgia delle Ore, finita la giornata, affidino la loro anima al Signore.

Consapevoli che potrebbero morire durante il sonno, essi si congedano con il presente e si mettono nelle mani amorose di Lui, dicendogli tre volte: «Signore, nelle tue mani affido il mio spirito».

Signore, sto per coricarmi. Non sono completamente certo di rialzarmi e di trascorrere delle altre giornate. Metto ora in Te il mio spirito, perché tu lo accolga. Abbine cura. Tu lo hai dato a me ed io lo consegno a Te, perché sia nella tua beatitudine.

I Santi, maturati nella Fede della Chiesa, riconoscono che al di fuori di Dio non c’è nulla di valido, di sicuro e di soddisfacente. Ogni giorno presentano quindi a Lui le gioie e gli affanni della loro vita. 

Pongono nelle sue mani le vittorie e le sconfitte personali, certi che egli non li delude mai. 

Giunta l'ora della morte, senza inquietarsi affidano il valore più prezioso di se stessi.

Consegnano la loro anima nelle sue mani, senza porre condizioni o pretendere qualcosa da Lui. 

Santa Caterina da Siena muore a trentatré anni, dicendo: «Padre, nelle tue mani affido il mio spirito» . 

Santa Brigida, gran contemplatrice delle sofferenze di Gesù, prima di spirare affida il suo Spirito al Signore e passa all’eternità, compiendo una morte di amore . 

San Giovanni della Croce, dopo aver baciato il crocifisso, muore rinnovando la stessa preghiera . 

Il martire giapponese San Paolo Miki, condotto nel 1597 su una collina della periferia di Nagasaki e appeso ad una Croce, ripete anche Lui la preghiera di Gesù . 

San Paolo della Croce considera fortunata la persona che, distacca dalle realtà temporali, s'immerge in Dio e riformula la preghiera di Gesù in Croce:

«Oh fortunata quell’anima che in tale abbandono di ogni contento “intus et foris” (interno ed esterno), cibandosi della divina volontà, china il capo e dice con Gesù: “Pater, in manus tuas commendo Spiritum meum” (Padre, nelle tue mani affido il mio Spirito), e muore a tutto ciò che non è Dio per vivere in Dio vita divina nel seno stesso del Padre celeste, tutta vestita di Gesù Cristo Crocifisso» .

Padre Felice Artuso