domenica 22 maggio 2011

1149 di 2013 ; Follia nel Mondo

Stefano Armellin con il pezzo 1149 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Follia nel Mondo 

" Il pensiero di Leopardi si porta sul ciglio del baratro. Guardando dentro di esso l'Occidente vedrebbe la propria follia. Fin sul ciglio, ma volgendo indietro lo sguardo.
La potenza della tecnica e delle -macchine al cielo emulatrici - della società basata sul calcolo della ricchezza sui - mercati e le officine- e la comunicazione di massa sembra destinata a crescere senza fine.

E' soprattutto nel genio, nella potenza del suo canto, che la natura é presente e fa sentire la sua voce...il genio é unificazione.

Essa (l'Opera) é aperta al lampo improvviso perché -eccelsa- sta al di sopra del rimanere chiusi nelle parti, é -situata su di una eminenza- , l'eminenza in cui deve trovarsi la - nobile cioé gnobilis, riconoscibile, eccelsa natura del genio ( anche se il genio non può essere né giudicato, né sentito, né conosciuto, che dal genio )

la - forza di colpo d'occhio- : il calore, l'entusiasmo, il sentimento, la fantasia con cui il genio vede ed esprime la verità, tenendosi in alto

il genio é il punto più alto a cui tale forza conduce.

Il colpo d'occhio - il lampo improvviso che appare nel colpo d'occhio e in cui si illumina la verità - é reso possibile dalle -grandi illusioni- e dall'immaginazione del genio.

La natura vuole il genio padrone di se stesso e della sua forza. Nel genio realizza la propria forza più alta". 

Emanuele Severino su Giacomo Leopardi

"Non c'é dottrina filosofica e teologica che San Tommaso non sia riuscito a trasformare iniettandole il lievito potente dell'essere; Questo penetra ovunque e diventa, la chiave di soluzione di ogni problema metafisico, teologico e antropologico". Battista Mondin

"Se l'uomo vuol essere perfetto deve abbandonare tutte le operazioni intellettuali, e l'apice dell'affetto deve tutto trasportarsi e trasformarsi in Dio (é l'estasi).

Questa é una cosa mistica e segretissima, che nessuno conosce se non chi l'ha ricevuta". 
San Bonaventura

" Tommaso non crede al misticismo a tempo pieno.

Nella trattazione dell'unità trascendentale Tommaso si discosta da Aristotele su un punto importante. Per Aristotele il principio interiore su cui si fonda l'unità dell'ente é l'atto, cioé la forma, perché la forma costituisce l'atto supremo.

Anche per Tommaso il principio interiore su cui si fonda l'unità dell'ente é l'atto, ma, come abbiamo visto, Tommaso non identifica l'atto supremo con la forma, bensì con l'essere.

Per cui per Tommaso il principio ultimo su cui poggia l'unità dell'ente non é la forma ma l'essere stesso.

Questo sigla l'unione. "Dio é sommamente UNO". Tommaso

L'esperienza mistica, se nel suo spirituale attuarsi può restare ignota ad occhi estranei (ma non a Dio!), senza comportare nel mistico alcun fenomeno fisico particolare (esistono bensì questi fenomeni, ma non sono essenziali alla contemplazione mistica), in se stessa é carica di una forza dirompente contro i mali  e le ingiustizie del Mondo, può richiedere al mistico grandi sacrifici e mettere a rischio la sua stessa vita, come successe a Stefano, per amore di Cristo.

Esiste, per il cristiano, uno stretto rapporto tra mistica e martirio : Entrambi sono effetto di un amore ardente ed eroico, amante delle grandi imprese, e di un dono speciale dello Spirito.

Contemplazione e martirio che non é necessariamente il fatto materiale di essere uccisi, sono per sé legati da una stretta logica.

Ma perché la contemplazione di Stefano irrita tanto gli astanti, diciamo il Mondo ?

Perché é il riconoscimento gioioso, umile, coraggioso e convinto di Gesù Signore, Verbo di Dio incarnato, uguale a Dio Padre, unico e universale Salvatore del Mondo". Battista Mondin

"Sentimento della divina presenza". Santa Teresa d'Avila