venerdì 17 giugno 2011

1175 di 2013 ; il Secondo Avvento

Stefano Armellin con il pezzo 1175 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Il Secondo Avvento 

STORIA DI ABRAMO 

Sulla origine dei Moabiti e degli Ammoniti si tratta di un incesto delle due figlie di Lot.
In Abramo a Gerar, continua il dialogo di Dio in sogno con gli uomini. 
Segno di una presenza divina costante per noi oggi inconcepibile.

Nascita di Isacco. "Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato. Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito. Abramo circoncise suo figlio Isacco, quando questi ebbe otto giorni, come Dio gli aveva comandato. Abramo aveva cento anni quando gli nacque il figlio Isacco ". Genesi 21, 2-5

"Isacco é figlio della sterilità e della vecchiaia. Anche Giacobbe nasce dalla sterile Rebecca (Genesi 25,21). 

Anche Giuseppe, il prediletto di Giacobbe, nasce -nella sua vecchiaia- (Genesi 44, 20), e proprio per questo è prediletto (Genesi 37,3).

Il -tempo che Dio ha stabilito- é il tempo della vecchiezza, dell'essere decrepite le cose, perché -in principio- Dio ha stabilito di passare attraverso l'estremo rischio e l'estrema miseria. -Sulla montagna, il Signore provvede- (Genesi 22,14)". 
Sergio Quinzio,  Un commento alla Bibbia, Adelphi, pp.55

Praticamente in tutte le opere con titolo : Il Secondo Avvento; Si cita la Bibbia invitando così il visitatore-lettore attento ad un approfondimento delle Sacre Scritture. Inserisco questi testi mirati per intrecciare saldamente il Poema proprio come Dante ha fatto nella Divina Commedia. 
Stefano Armellin 17/10/2013

Le difficoltà sul rinnovamento delle religiose e dei religiosi 3,
di Padre Felice Artuso
I religiosi, propensi a nuove forme di vita, riconoscono l’alto valore della loro scelta. 

Attestano che essa impegna a risolvere le loro difficoltà, mantenendo una relazione d'amore con le tre persone divine. 

Pertanto incrementano il loro rapporto con Dio Padre, confidano nella grazia di Gesù Cristo, prestano attenzione alla voce dello Spirito, approfondiscono l’esperienza originaria del loro Fondatore e s’inseriscono con entusiasmo nella società multietnica e multiculturale. 

Studiano un loro spazio di azione nella Chiesa e nelle realtà locali, senza equipararsi ad un’azienda, specializzata in diversi servizi. 

Intensificano l’applicazione di se stessi, per conferire più trasparenza alla loro attività, affermarsi negli ambienti difficili e rendere più comprensibile la potenza della Croce. 

Favoriscono un sereno dialogo con la gente, che incontrano. 

La servono, educano, illuminano, santificano e sostengono nelle varie prove. 

Per migliorare la qualità della vita e per accelerare la venuta del regno di Dio, s’inoltrano in una forma di radicale abbassamento, di conformazione a Gesù crocifisso, di dedizione alla preghiera comunitaria e di fraterna collaborazione nelle attività ordinarie.
 
Sono consapevoli, che il loro carisma valica la vita consacrata, può essere anche assunto dai fedeli laici e potrebbe alterarsi nel corso storico. 

Non essendoci comunità senza condivisione di sofferenze, deplorano gli atteggiamenti smaniosi e sdegnosi, rigidi e passivi, egoisti e pessimisti. 

Denunciano la poca chiarezza tra rinnovamento e aggiornamento, tra fedeltà al Vangelo e apertura alle esigenze odierne. 

Evitano di arroccarsi su strutture di vita arcaica, di conservare ad ogni costo le tradizioni statiche, di indossare un abito con i caratteristici colori medievali oppure di ignorare completamente il passato e di adeguarsi con spregiudicatezza a comportamenti oggettivamente mondani. 

Riconoscono di essere all’inizio di un nuovo ed enigmatico periodo di vita religiosa, che esige la massima apertura e il confronto con le idee pluraliste odierne, così ridicolizzate da un certo Jovanotti: «Ho un crocifisso sul mio lettino; - e un piccolo Buddha sul comodino; - leggo la Sura del Corano; - ed ho anche un piccolo talismano – che mi ha regalato un amico africano» . Segue

Padre Felice Artuso