domenica 17 luglio 2011

1205 di 2013 ; il Secondo Avvento

Stefano Armellin con il pezzo 1205 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Il Secondo Avvento  

"...Proprio perchè la Rivelazione è Rivelazione nella storia, se non é morta del tutto deve avere almeno la forza di rendere conto di questi duemila anni che la uccidono, di risolvere il loro significato nel Suo significato, anzichè estrometterne gli esiti con un giudizio moralistico o adattarvisi. 

Il Commento (di Quinzio e il Poema di Armellin) si confrontano con questa necessità.
...La via che il Commento indica al di là della Croce di Gesù è la via chenotica, l'umiliazione di Dio fino alla contraffazione anticristica che la storia ha fatto della sua Parola e fino alla distruzione apocalittica della sua opera, con la salvezza sperata solo di un minimo -resto- (Am 3,12).

A chi esorta all'unione concorde e orante con i fratelli della Chiesa (Col 3,16) ricorderò che nei Vangeli  Gesù,  di cui dobbiamo essere imitatori (1 Cor 11.1), prega sempre da solo, sulla montagna, di notte.

A chi ripete volentieri e senza tremare che il Signore é risorto ricorderò che l'oblio é peggiore della morte, e che i suoi martiri continuano ancora a morire e a implorare invano di essere vendicati (Apocalisse 6,9-10).

A chi dopo secoli di cupo trionfalismo ascetico ritorna adesso, in sintonia con il Mondo, a parlare di Gioia cristiana (Rm 14,17) ricorderò che i pagani riconoscevano i cristiani dall'afflizione dei loro volti.

A chi pensa che l'amore di Dio risponde sovrabbondantemente a tutto senza suscitare ulteriori domande ricordo che -l'amore é forte come la morte- (Ct 8,6), non più della morte.

...il Commento è invocazione di Apocalisse e di Regno, ha il potere di affrettare il Giorno, questa é l'unica speranza, l'unica ragione per scriverlo , perchè consumata tutta la morte ci sia finalmente la vita, la vita perduta e ritrovata (Luca 15,32), la vita dolcissima che può esserci solo per chi esce dalle tenebre della morte". 
Sergio Quinzio, Un commento alla Bibbia, Adelphi, 1995, pp.396-397

"Io sono creato per agire
e per essere qualcuno
per cui nessun altro é creato.
Io occupo un posto mio
nei consigli di Dio, nel mondo di Dio:
un posto da nessun altro occupato.
Poco importa che io sia ricco, povero,
disprezzato o stimato dagli uomini:
Dio mi conosce e mi chiama per nome.
Egli mi ha affidato un lavoro
che non ha affidato a nessun altro.
Io ho la mia missione.
In qualche modo sono necessario
ai suoi intenti,
tanto necessario al posto mio
quanto un arcangelo al suo.
Egli non ha creato me inutilmente.
Io farò del bene, farò il suo lavoro.
Sarò un angelo di pace,
un predicatore della verità
nel posto che Egli mi ha assegnato
anche senza che io lo sappia
pur ch'io segua i suoi comandamenti
e lo serva nella mia vocazione".

Il mio sì, di John  Henry  Cardinale Newman