lunedì 8 agosto 2011

1227 di 2013 ; il Secondo Avvento

Stefano Armellin con il pezzo 1227 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013





Titolo : Il Secondo Avvento 

"GIOVANNI...-Il Mondo non l'ha conosciuto- (Vangelo di Giovanni 1,10; 17,9), 

-i suoi non l'hanno ricevuto- (Giovanni 1,11), 

-gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce - (Giovanni 3,19): 

ma tutto ciò accade in obbedienza alla volontà del Padre (Giovanni 10,18),
il -figlio unico- dà liberamente la sua vita per poi riprenderla, 

nessuno gliela toglie contro la sua volontà (Giovanni 10, 17-18; 14,30).

Dov'é Gesù, Gesù che piange per scampare alla morte, 
che grida sentendosi abbandonato dal Padre ?

Dov'è il Padre che, dopo tanti profeti inascoltati, perseguitati e uccisi, manda il figlio -dicendosi: rispetteranno mio figlio!-, non oseranno alzare la mano contro di lui (Giovanni 1,7)?

E perché se é volontà divina che tutti credano in Lui, solo alcuni in realtà credono (Giovanni 1, 12), solo alcuni riconoscono la sua gloria (Giovanni 1,14), e solo alcuni giungono perciò a conoscere Dio stesso (Giovanni 1,18; 14,9), a entrare nella sua confidenza come figli (Giovanni 1,12)?

Come e perché il Mondo può non riconoscere Colui che l'ha creato e uccidere Colui che lo sostiene in vita (Giovanni 1,10; 1,3-4)?

E come questo può essere un trionfo di Dio ?

Il Vangelo di Giovanni non risponde a domande come queste. 

La successione dei quattro Vangeli segna un allontanamento dal porsele, e secoli di speculazioni teologiche e mistiche non faranno che continuare questa fuga all'oblio". 
Sergio Quinzio, Op. Cit. pp.550

"Lo Zibaldone trova la sua più forte ragione d'essere nella critica della civiltà...postula il tempo nel quale tutte le conoscenze si rivelavano congiunte nell'eccesso di un'unica visione.

Ma il seicento perché era non debole ma corrotto, non solamente non sapeva far bene, ma disprezzava il ben fatto anzi gli dispiaceva. Quindi la dimenticanza di Dante del Petrarca ecc. che non si stampavano più.

Bisogna porre il più grande studio per evitare la corruzione, principalmente quella del tempo la quale prima che abbiamo pensato a guardarcene s'é impadronita di noi, e poi quella dei tempi passati, perché adesso conosciamo tutti i vizi delle arti e ce ne vogliamo guardare,

E non siamo più semplici come erano i greci e i latini e i trecentoti e i cinquecentoti perché siamo passati pel tempo di corruzione e siamo divenuti astuti nell'arte, e schiviamo i vizi con questa astuzia e coll'arte non colla natura come faceano gli antichi...

erano come fanciulli che non conoscono vizi, noi siamo come vecchi che li conosciamo ma pel senno e l'esperienza gli schiviamo.

E però abbiamo moltissimo più senno e arte che gli antichi, i quali per questo cadevano in infiniti difetti (non conoscendoli) in cui adesso non cadrebbe uno scolaro.

La tropp'arte nuoce a noi". Giacomo Leopardi dallo Zibaldone di pensieri

" Non vi é illusione più grande della convinzione che il linguaggio sia un mezzo di comunicazione fra gli uomini...

Mi sono profondamente disgustato dal malcostume di accusare degli altri...

Quanto più ricco era il mondo di colui che lo teneva sottomesso, tanto più ricco deve divenire il proprio, che da quello si svincola.

E' dunque bene cercarsi dei modelli forti e ricchi. 

Ognuno, ma proprio ognuno, é il centro del mondo, e il mondo é prezioso perché é pieno di tali centri". Canetti