domenica 2 ottobre 2011

1282 di 2013 ; il Secondo Avvento

Stefano Armellin con il pezzo 1282 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Il Secondo Avvento ; 

E' avvedutezza per l'uomo rimandare lo sdegno ed è sua gloria passar sopra le offese. 
Proverbi 19,11
"GIOVANNI...

La sublimità si traduce nella mancanza di chiara evidenza corporea, segno di non piena vittoria sulla morte (1 Cor 15, 26), che poi gli stessi Vangeli sentono di dover compensare mostrando ripetutamente Gesù che, per convincere di essere veramente vivente in carne e ossa (Lc 24, 39), chiede cibo e mangia sue piaghe (Lc 24, 40; Gv 20,27).

La Resurrezione del Signore é rimasta così poi sempre incerta e sospesa, 
lungo i -secoli cristiani-, 
fra esaltazione della sua straordinaria sublimità e rischio di perdita del suo concreto significato.

E che cosa significa ciò che il Messia risorto dice a Maria Maddalena che gli abbraccia i piedi: -non tenermi così, perché non sono ancora salito al Padre-? 

Anche in queste parole trapela l'intenzione di spiegare l'apparenza umile del risorto con il mistero che vela la sua gloria (Giovanni 12, 32).

Ma anche attraverso queste parole si stabilisce un distacco, una separazione tra il Messia e coloro che gli erano stati, prima della sua morte, vicini, familiari, intimi, così da impedire i consueti gesti di confidenza e di tenerezza (Mc 3, 34; Mt 26, 49; Gv 13, 23; 13, 26)". 

Sergio Quinzio, Un Commento alla Bibbia, 572 - 573

"Perché la trasformazione della società ed anche dell'arte passeranno attraverso la presa di coscienza della fine dell'eurocentrismo e l'Occidente deve essere pronto a ricevere le proprie esportazioni culturali ed ideologiche che stanno rimbalzando indietro trasformate e degenerate.

Per questo ereticamente mi viene d'affermare che non esiste arte contemporanea oltre i confini occidentali ma un processo verso forme di creatività contemporanea. Tutte ancora da definire tramite le strutture sociali delle società che si stanno avviando verso nuovi processi di modernizzazione...

Dobbiamo finirla di fare i piccoli esploratori andando in giro a recuperare scampoli di etnie che in qualche modo combaciano con le nostre visioni estetiche, i nostri parametri.

Finirla di travisare, nel nome della multicultura, esperienze amorfe, inserendole nei nostri baracconi Biennali o Quinquennali, de-culturizzando le fonti da cui le estirpiamo.

L'arte moderna e contemporanea é stata il frutto di un pensiero religioso quello ebraico/cristiano, di una filosofia, quella illuminista e di un sistema economico, il capitalismo, é stata il frutto dello sviluppo occidentale. 

Ora che questo sviluppo é arrivato, se non alla fine, ad un ripensamento traumatico dei suoi parametri, anche la sua arte é obbligata alle stesse valutazioni...

Dopo aver gonfiato oltre le proprie capacità di realizzazione la bugia del bene-avere, gabellandola per il concetto ben differente del bene-essere continuiamo a dare l'illusione che l'arte contemporanea sia l'unico e democratico sistema per l'arte e per la creatività in genere di un intero pianeta...

La grande trasformazione dell'arte contemporanea deve passare attraverso questo mea-culpa ristabilendo i propri confini nella speranza che altri orizzonti potranno in futuro aprirsi su identità totalmente diverse ed indipendenti...

Nel rispetto della libertà e della ricchezza dei propri pensieri dovremo un po' tutti controllare con molta severità l'anarchia delle nostre immagini e dei nostri messaggi". 

Francesco Bonami 1995

"E' più salute, o per guerra o per gioco, saper perdere assai che vincer poco (Rime 244)". Michelangelo