mercoledì 19 ottobre 2011

1299 di 2013 ; il Secondo Avvento

Stefano Armellin con il pezzo 1299 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Il Secondo Avvento 

" Meister Eckhardt (1266-1327)...il linguaggio religioso, in quanto attività umana che presuppone una distinzione tra l'uomo e Dio, non é una via che avvicina a Dio, ma che porta lontani da Lui.
Per entrare in comunione con Dio, per unirsi e identificarsi con Lui l'unica via é quella del Silenzio.

Dio non desidera che l'uomo abbia un luogo riservato a Lui per agirvi, dal momento che la vera povertà di spirito esige che l'uomo sia vuoto di Dio e di tutte le sue opere, sicché, se Dio desidera agire nell'anima, egli stesso (l'uomo) sia il luogo in cui agisce e ciò che vorrebbe compiere...

Noi diciamo pertanto che un uomo dovrebbe essere così povero da non essere e da non avere un luogo in cui Dio agisca. Riservare un luogo equivarrebbe a mantenere distinzioni. Per tale motivo io prego Dio che mi liberi di dio".

Prologo. Varazze. Assisi. Varazze. Ho iniziato a fare alcune diapositive. Le vigilie sono snervanti. Sento tutto l'animo compresso come una molla che non riesco più a trattenere. E' forte il desiderio di tornare nel trittico incantato : La Verna - Caprese - Assisi.

Porterò con me il libro di Giovanni Papini: Cristo e Santi, 1106 pagine di onestà : " il genio non é quello vero se non trabocca a beneficio degli umili...La rinuncia alle ricchezze era facile per chi non aveva quasi nulla. Fra i Dodici, Matteo era certamente il più ricco prima della conversione" ; il lettore troverà ancora dei brani di Papini che trascriverò durante il secondo viaggio (nel 1992) ad Assisi.

Dopo centinaia di libri letti sono giunto a codesto tomo per meglio Pregare e vivere il pensiero creativo. Ancora Papini "La semplicità é una forza che vince tutte le astuzie. La prudenza é uno dei vizi della semplicità. La prudenza non é la furberia. I furbi vincono sempre nel primo momento e son sempre sconfitti prima della fine...

I semplici, gl'ignoranti, i candidi hanno un potere che confonde i più scaltri : il potere dell'innocenza...Un solo pensiero, quand'é grande e profondamente infisso nel cuore, genera da sé tutti i pensieri derivati e accessori e insieme le forme perfette di esprimerli...". Stefano Armellin martedì 17 novembre 1992

Sant’Agostino (354-430)
di Padre Felice Artuso
Agostino nasce a Tagaste, piccola città della Numidia proconsolare, l’odierna Souk-Ahras (Algeria). 
Vive nel periodo, che segna il declino dell’Impero Romano e l’affermazione della civiltà cristiana. 

Suo padre, Patrizio, ha una piccola proprietà agricola ed è un membro del consiglio municipale. 

Sua madre, Monica, è una fervente cristiana, che educa il figlio a conoscere e a seguire l’insegnamento di Gesù Cristo. 

Agostino non accetta l’orientamento di Monica. Preferisce percorre una via, che gli procura delizie illusorie, depravanti e mortificanti. 

Nel primo periodo scolastico manifesta un’intelligenza superiore ai ragazzi della sua età. 

Non si applica tuttavia nello studio. 

Ripreso, percosso, deriso e umiliato, capisce che deve vincere la pigrizia e cambiare atteggiamento. 

Trasferitosi a Cartagine per proseguire gli studi, eccelle sugli altri giovani studenti e aderisce alla setta dualistica dei manichei, che considera Dio e la materia due principi contrapposti: Dio è il bene, mentre la materia è il male. 

Terminati gli studi di retorica, sovvenzionati dal ricco Romaniano di Tagaste, inaugura nella sua città natale una scuola di grammatica. Guadagnando poco, ritorna a Cartagine, per insegnare la letteratura ai giovani. 

Nei nove anni d’insegnamento scopre che l’uomo anela appassionatamente alla verità, alla sapienza e alla perfezione. 

Tramite gli appoggi degli amici manichei, emigra quindi a Roma, dove non si trova a suo agio: soffre di una malattia polmonare e gli scolari si dimostrano indisciplinati, sfacciati e tirchi nella paga. 

Acquistatosi la fama di ottimo docente, ottiene dal prefetto Simmaco la nomina di professore a Milano.
 
Nella nuova residenza è attratto dai sermoni di sant’Ambrogio. 

Va ad ascoltarlo ogni domenica, badando più alla forma delle sue eloquenti espressioni che al loro contenuto. Illuminato dalla Grazia divina, intuisce che il cristianesimo soddisfa gli aneliti umani più delle teorie filosofiche. Segue

Padre Felice Artuso