martedì 6 dicembre 2011

1348 di 2013 ; il battito delle ali di un angelo

Stefano Armellin con il pezzo 1348 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Il battito delle ali di un Angelo 

"Ciò che Galileo e Newton furono per il XVII secolo Darwin fu per il XIX...

Marx stesso, benché le sue dottrine siano sotto un certo aspetto pre-darwiniste voleva dedicare il suo libro a Darwin...

Fin quasi alla fine del XVIII secolo la tecnica scientifica come antitesi delle dottrine scientifiche, non ebbe importanti effetti sull'opinione pubblica. Fu solo con il sorgere dell'industrialismo che la tecnica cominciò ad occupare i pensieri degli uomini; ma anche allora, per lungo tempo, l'effetto fu più o meno indiretto. Gli uomini che costruiscono teorie filosofiche hanno, di regola, pochissimi contatti con le macchine.

Ci sono certi antichi concetti che stanno a significare la Fede dell'uomo nei limiti del potere umano; di questi i due principali sono Dio e la verità...

Questi concetti tendono a svanire; anche se non negati esplicitamente, perdono importanza, e son conservati ormai solo superficialmente.

Tutto ciò é del tutto nuovo ed é impossibile dire come l'umanità ci si adatterà. Ha già prodotto cataclismi immensi e senza dubbio ne produrrà altri nel futuro.

Ed il più urgente compito del nostro tempo é quello di costruire una filosofia capace di reagire dinanzi agli uomini intossicati dalla prospettiva d'un potere quasi illimitato ed anche dinanzi all'apatia di quelli che non hanno alcun potere.

Benché molti ancora sinceramente credano nell'eguaglianza umana e nella democrazia teoretica, l'immaginazione dei popoli moderni é profondamente influenzata dal modello d'organizzazione sociale suggerito dall'organizzazione industriale del XIX secolo che é essenzialmente non-democratico.

Questo lacerarsi della democrazia dal di dentro non é ancora avvertito dal cittadino medio dei paesi democratici, ma ha costituito la preoccupazione della maggior parte dei filosofi da Hegel in poi, e la violenta opposizione ch'essi scoprirono tra gli interessi dei molti e quelli dei pochi ha trovato espressione pratica nel fascismo.

Per formulare un'etica moderna dei rapporti umani che sia soddisfacente sarà essenziale fissare i necessari limiti al potere degli uomini sull'ambiente non-umano, ed i limiti desiderabili del potere degli uni su quello degli altri". 

Bertrand Russell

San Vincenzo di Lérins (morto verso il 450) a
Padre Felice Artuso

Vincenzo nasce forse a Toul (Belgio). Apparterrebbe alla nobiltà gallo-romana, che all’invasione dei Germani si sarebbe trasferita nel sud della Francia. 

Arricchitosi di ordinarie esperienze, entra nel monastero di Lérins, costruito in un’isoletta incolta, disabitata e situata presso il golfo di Cannes. 

Sant’Onorato nel 410 vi aveva fondato un monastero, divenuto un celebre centro di preghiera, di spiritualità, di studio, di discernimento, di lavoro e d’irradiazione monastica. 

Qui soggiornò Lupo, fratello di Vincenzo, prima di essere consacrato vescovo di Troyes. Altri monaci vi trascorsero alcuni anni e impararono a lasciarsi guidare dal Signore. 

Quando furono eletti vescovi di una chiesa particolare, insegnarono che il monachesimo è un modello di ascesi e di perfezione cristiana. Da questa isola partì sant’Onorato, che fu consacrato vescovo di Arles.
 
Nello stesso monastero si era formato sant’Ilario, cugino e successore di Onorato nella cattedra metropolita di Arles. 

Dal medesimo monastero uscirono altri vescovi, che furono dotti e santi pastori. Il più famoso è san Patrizio, diffusore della vita monastica in Irlanda.
 
Ritiratosi a Lérins, il nostro Vincenzo è ordinato presbitero. Incline allo studio, acquisisce una profonda conoscenza della Sacra Scrittura e della letteratura classica. 

Redige delle opere teologiche, che contengono una preziosa testimonianza di Fede e educano a prendersi cura di ogni persona. 

Nel 434, tre anni dopo il concilio ecumenico di Efeso, scrive il celebre Commonitorium, un breve e importante opuscolo, definito un libro d’oro da san Roberto Bellarmino. Si tratta di una raccolta di appunti personali e di regole disciplinari da osservare, per bloccare la diffusione delle eresie, conservare il deposito della fede rivelata, contemplare Gesù Cristo, umile servitore, e conservare un fiducioso rapporto con lui. Segue 

Padre Felice Arftuso