martedì 13 dicembre 2011

1355 di 2013 ; il Secondo Avvento

Stefano Armellin con il pezzo 1355 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Il Secondo Avvento 

" La Creazione é un tessuto dei pensieri particolari di Dio. 

I Santi riescono a interpretare i pensieri di Dio, a leggere la grande metafora dell'universo di cui Cristo é la chiave. 

Egli é la chiave dell'armonia dei contrari". Simone Weil 

" Spedizione al Makalu...Piove quasi ogni giorno nonostante non sia il periodo delle piogge, ma forse questo attenua un po' il caldo e facilita la salita. Più che altro la nostra, perché i portatori che salgono portando pesi di trenta chili di media la fatica la fanno comunque specialmente se la marcia supera abbondantemente le otto ore di fila.

E mi meraviglia come abbiano tanta energia da spendere, visto che i loro pasti sono fatti soltanto di riso bollito su fuocherelli improvvisati...

Li osservo e mi ritrovo a riflettere sul tanto superfluo, che forse, in fondo in fondo, ci rende la vita più dura...

Certi portatori per guadagnare di più scelgono di portare il carico doppio, un peso compreso tra i cinquanta e i sessanta chili...

Ed é sulla neve che osservo le loro tracce, tra le quali spiccano diverse impronte lasciate dai piedi nudi...". Oreste Forno

"Platone, Tommaso d'Aquino, Spinoza e Kant appartengono a quello che si può chiamare il partito matematico ; 

Democrito, Aristotele e gli empiristi moderni, da Locke in poi, appartengono al partito opposto.

Mentre la fisica sta rendendo la materia meno materiale, la psicologia sta rendendo lo spirito meno spirituale. La fisica e la fisiologia moderne gettano nuova luce sull'antico problema della percezione.

Moralmente un filosofo che impiega la sua competenza professionale per qualche cosa che non sia una disinteressata ricerca della verità é colpevole d'una sorta di tradimento...

Il vero filosofo é pronto ad esaminare tutti i preconcetti.

Da Platone in poi la maggior parte dei filosofi ha considerato proprio compito produrre delle -prove- per l'immortalità e per l'esistenza di Dio. 

Per far sembrare valide le loro prove, hanno dovuto falsificare la logica, render mistica la matematica e pretendere che pregiudizi profondamente radicati fossero intuizioni mandate dal Cielo. 

Tutto ciò é rifiutato dai filosofi che fanno della analisi logica l'oggetto principale della filosofia". Bertrand Russell

San Benedetto di Norcia (480-547)
di Padre Felice Artuso

Benedetto nasce a Norcia da Eutropio e Abbondanza, nobili romani. 

Ricevute le prime istruzioni scolastiche, si trasferisce a Roma e si applica nello studio. 

Provando un profondo disgusto dell'immoralità di molte persone, abbandona la città e si ritira nei monti della Sabina. 

Passa dal lusso dei palazzi all’austerità delle capanne e delle grotte, dalla compagnia alla solitudine, dai divertimenti alla penitenza. Salito sul monte Taleo, trascorre tre anni in una caverna di Subiaco, chiamata dai benedettini “Sacro Speco”. 

Qui per tre anni si dedica alla meditazione della Parola di Dio e alla preghiera. Guidato dall’eremita Romano, acquisisce una vasta conoscenza della Sacra Scrittura. Nella quotidiana mortificazione combatte le seduzioni della vita mondana e lo spirito della concupiscenza, dell'odio e della vendetta.
 
Vince i vizi capitali e si orna delle virtù di Gesù. 

Compie un vero esodo, rinnegando se stesso e immergendosi tutto nel Signore. 

Numerosi laici ed ecclesiastici intuiscono che ha acquisito esperienze mistiche, molto valide per un cammino di liberazione interiore e di progresso spirituale. 

Si recano a visitarlo, si affidano alla sua direzione spirituale e alcuni di loro decidono di stare con lui, per condividere la stessa scelta di vita. 

Nei dintorni di Subiaco Benedetto fonda quindi alcuni monasteri. Si trasferisce poi a Montecassino, dove si associano a lui altri giovani che desiderano vivere nella solitudine, nell’ascolto della Parola di Dio, nella preghiera corale, nel lavoro e nella parità familiare. Qui egli libera i poveri agricoltori dalle mortificanti idolatrie e li difende dagli invasori, Goti e Longobardi.
 
Ama i suoi monaci e disapprova i loro atteggiamenti licenziosi. 

Alcuni di loro si ribellano a lui e tentano persino di avvelenarlo con una bevanda. 

Attenendosi alla tradizione, ricorre alla potenza del segno della Croce, per rimanere nella salute e per guarire gli ammalati . A un monaco, tentato di cadere nella superbia, offre questo consiglio: «Fatti un segno di croce sul cuore, fratello! Che vai ruminando nella mente? fatti un segno di Croce» . Segue

Padre Felice Artuso