sabato 23 luglio 2011

1211 di 2013 ; il Secondo Avvento

Stefano Armellin con il pezzo 1211 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013





Titolo : Il Secondo Avvento 

"STORIA DI GIUSEPPE 

Come Gesù nella trasfigurazione, nell'ingresso trionfale a Gerusalemme, nell'incoronazione nel Pretorio, così Giuseppe é glorificato e intronizzato, al limite del supremo potere (Genesi 41, 40-45).

Come Gesù, Giuseppe é venduto per denaro (Genesi 37,28), é spogliato della sua tunica (Genesi 37,23).

Come Gesù nel Getsemani con gli apostoli, così Giuseppe con i fratelli -si allontanò da loro e pianse- (Genesi 42,24). 

Come quello di Gesù, il sangue di Giuseppe si confonde con quello dell'animale sacrificato (Genesi 37, 31-33).

Come Gesù, Giuseppe é -fecondo nel paese della sua infelicità (Genesi 41,52), dove é rifiutato con orrore (Genesi 46,34).

Come Gesù, Giuseppe regna quando é creduto morto (Genesi 45, 25-28).

Come Gesù, Giuseppe dà il cibo a suo padre (Genesi 47,12) e salva con Israele tutta le terra (Genesi 41, 56-57).

Come Gesù, Giuseppe riceve dal grande re ogni potere (Genesi 41,44) e un nome che ha significato salvifico (Genesi 41,45).

Come Gesù, Giuseppe porta il padre presso i peccatori (Genesi 45, 9-10). 

Come Gesù, Giuseppe assoggetta tutti al grande re (Genesi 47,25).

Come Gesù, Giuseppe perdona ai suoi fratelli che hanno voluto ucciderlo, piange di commozione quando gli chiedono di perdonarli (Genesi 50,17) e li consola (Genesi 50,21) dicendo : - non siete voi che mi avete mandato qui, ma Dio- (Genesi 45,8); 

- non siate tristi e non rammaricatevi di avermi venduto qui, perchè é per farvi vivere che Dio mi ha mandato prima di voi- (Genesi 45,5);

-il male che vi eravate proposti di farmi, il disegno di Dio l'ha capovolto in bene, al fine di compiere ciò che oggi accade : salvare la vita a un popolo numeroso- (Genesi 50,20)". 

Sergio Quinzio, Un commento alla Bibbia, 1995, Adelphi, pp. 59

"Gli stessi organismi internazionali dovrebbero interrogarsi sulla reale efficacia dei loro apparati burocratici e amministrativi, spesso troppo costosi.

Capita talvolta che chi é destinatario degli aiuti diventi funzionale a chi lo aiuta e che i poveri servano a mantenere in vita dispendiose organizzazioni burocratiche che riservano per la propria conservazione percentuali troppo elevate di quelle risorse che invece dovrebbero essere destinate allo sviluppo". 

Benedetto XVI Caritas in Veritate