lunedì 19 marzo 2012

1871 - 1872 - 1873 di 2013

Stefano Armellin con il pezzo 1871 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013



Titolo : Maria davanti al Santo Sepolcro "Sebbene é spento nel Mondo il grande e il bello e il vivo, non ne é spenta in noi l'inclinazione". Giacomo Leopardi


Santa Teresa d’Avila (1515-1582) b
di Padre Felice Artuso
Teresa si concentra sovente sull’agonia di Gesù al Getsemani e ne condivide i sentimenti. Scrive: «Fermarmi alquanto sull'orazione dell'orto era l'esercizio che praticavo, da vari anni, quasi tutte le sere prima di addormentarmi, quando mi raccomandavo a Dio, e ciò anche prima che divenissi monaca, perché mi avevano detto che si guadagnavano molte indulgenze. Sono convinta che con quest’esercizio la mia anima si sia molto avvantaggiata, perché cominciavo a fare orazione senza neppur sapere cosa fosse» . Penetra profondamente nel mistero della sofferenza di Gesù, che mediante lo Spirito Santo crea legami d’amicizia, fortifica i credenti e unisce a Dio Padre. Si duole di essere vissuta nelle comodità e nel rilassamento. Piange sentendosi debole, incoerente, limitata, ingrata e lontana da Gesù Cristo. Trova il coraggio di rinunciare alle attrattive mondane, di vincere le crisi esistenziali, di lottare intensamente contro i propri difetti e di dedicarsi all’assidua preghiera, per percepire l’amore e la gloria di Dio. Vive nella propria carne le preoccupazioni, gli aneliti e i tormenti di Gesù, che si mostra a lei sia nelle sofferenze sia nello stato glorioso e le parla con locuzioni interiori. Per tanti hanno ha vomiti all’alba o alla sera prima di coricarsi. In un’estasi vede un angelo che con una freccia infuocata le trafigge il cuore e le lascia uno spasimo acuto. Descrive così la sua forte sensazione fisica, simile al dolore di un infarto: «Mentre ero in questo stato, piacque a Dio di favorirmi a più riprese con la seguente visione. Vidi vicino a me, al lato sinistro, un angelo in forma corporea. È raro che veda gli angeli in questo modo. Quel Cherubino teneva in mano un lungo dardo d’oro, sulla cui punta di ferro sembrava avere un po’ di fuoco. Pareva che me lo configgesse a più riprese nel cuore…, lasciandomi avvolta in una fornace d’amore. Lo spasimo della ferita era così vivo che mi faceva uscire nei gemiti…» . 
In un’estasi, vertice del suo cammino spirituale, il Signore le concede il matrimonio mistico, le consegna un chiodo come segno sponsale e la esorta a guardarlo. Teresa ricorda pertanto di aver sposato Lui che le ha impresso le piaghe della crocifissione e attende da lei una corrispondenza d’amore. Controlla più rigorosamente i suoi sensi, sta più unita a Lui, si purifica dai peccati commessi, cresce nella misericordia verso i fratelli, raggiunge lo stato di perfezione e si prepara a entrare nella gloria eterna . Padre Felice Artuso Segue






Stefano Armellin con il pezzo 1872 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013


Titolo : Verso il Grande Giubileo del 2025 "Se é tolto l'ottenere, non é tolto né possibile a togliere il desiderare". Giacomo Leopardi



 Stefano Armellin con il pezzo 1873 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013


Titolo : Silvia, torni a Milano, e la Santa Croce "Non é spento nei giovani l'ardore che li porta a procacciarsi una vita, e a sdegnare la nullità e la monotonia. Ma tutti gli oggetti ai quali anticamente si era rivolto questo ardore, vedete a che cosa li debba portare e li porti effettivamente.


L'ardor giovanile, cosa naturalissima universale, importantissima una volta entrava grandemente nella considerazione (196) degli uomini di Stato.

Questa materia vivissima e di sommo peso, ora non entra più nella bilancia dei politici e dei reggitori, ma é considerata appunto come non esistente.

Frattanto ella esiste ed opera senza direzione nessuna, senza provvidenza, senza esser posta a frutto (opera perché quantunque tutte le istituzioni tendano a distruggerla, la natura non si distrugge, e la natura in un vigor primo freschissimo e sommo com'é in quell'età)

e laddove anticamente era una materia impiegata e ordinata alle grandi utilità pubbliche, ora questa materia così naturale, e inestinguibile, divenuta estranea alla macchina e nociva, circola e serpeggia e divora sordamente come un fuoco elettrico, che non si può sopire né impiegare in bene né impedire che non iscappi in temporali in tremuoti ecc.". Giacomo Leopardi 01.08.1820