sabato 30 agosto 2008

148 di 2013 ; Matteo e l'Apocalisse

Stefano Armellin con il pezzo 148 di 2013
 del Poema visivo del XXi secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013



Titolo: Matteo e l'Apocalisse " Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna ? Perciò ecco, Io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città; perchè ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue del  giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l'altare. Matteo 23, 33-35
"APOCALISSE...Mi fu data una canna, una specie di bacchetta, dicendomi: alzati e misura il tempio di Dio e l'altare e quelli che adorano in esso. Ma l'atrio esterno lascialo da parte, non misurarlo, perché é stato dato ai pagani e calpesteranno la città santa per quarantadue mesi. E ai miei due testimoni darò di profetare per milleduecentosessanta giorni, vestiti di sacchi (Apocalisse 11, 1-3)

Poiché i credenti sono Israele (Apocalisse 7,4), il cuore dei credenti é Gerusalemme, -la Città Santa- (Apocalisse 11,2; 20,9). Ma ecco che la Città Santa é abbandonata ai pagani che la calpestano (Apocalisse 11,2 Lc 21,24).

Anche - l'atrio esterno - del tempio (era infatti, nel secondo tempio, l' - atrio dei gentili -) é calpestato dagli infedeli, non appartiene alla misura delle cose di Dio (Apocalisse 11,1; Ez 42,15) ed é perciò abbandonato alla distruzione.

Tutta la chiesa, dunque, é infedele, con l'eccezione rappresentata dalla parte più interna del tempio, e questo per tutto il tempo della durata della chiesa, identificato senz'altro con il tempo del trionfo dell'empietà ed espresso perciò in - quarantadue mesi - (sette volte sei) o - 1260 giorni - (Apocalisse 11, 3; sono i tre anni e mezzo di persecuzione anticristica nel libro di Daniele, Dn 7,25)". Sergio Quinzio, Un commento alla Bibbia, pp.805

"(679) La solitudine é lo stato naturale di gran parte, o piuttosto del più degli animali, e probabilmente dell'uomo ancora...il maggior bene degli uomini deriva dall'ubbidire alla natura, e secondare quanto oggi si possa, il nostro primo destino.

La tendenza dell'uomo alla solitudine : tendenza stata interrotta dalla prima energia della vita sociale. Perché oggidì é così la cosa. La presenza e l'atto della società spegne le illusioni (681) laddove anticamente le fomentava e accendeva, e la solitudine le fomenta o le risveglia, laddove non primitivamente, ma anticamente le sopiva.

Segue che oggi l'uomo quanto é più savio e sapiente, cioé quanto più conosce, e sente l'infelicità del vero, tanto più ama la solitudine che glielo fa dimenticare, o glielo toglie dagli occhi, laddove nello stato primitivo l'uomo amava tanto più la solitudine, quanto maggiormente era ignorante ed incolto (20 feb. 1821)". Giacomo Leopardi, dallo Zibaldone di pensieri

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