domenica 31 agosto 2008

149 di 2013; il mercato dell'arte, la disperazione e la morte di Giuda

Stefano Armellin con il pezzo 149 di 2013 della composizione record
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013



Titolo: il mercato dell'arte, la disperazione e la morte di Giuda " E' questa la legge dell'arte moderna: non è il valore dell'artista  che conta ma il rapporto tra la produzione e la distribuzione di cui è arbitro il mercato". Vittorio Sgarbi.


La disperazione e la morte di Giuda di Padre Felice Artuso

I teologi medievali mettono in evidenza l'avarizia, la ribellione, la disperazione e il suicidio dell’apostolo Giuda.


Ne fanno una goffa caricatura, emblema degli increduli, degli apostati, degli avidi, degli ingannatori, dei superbi, dei violenti, dei traditori, dei colpevoli e dei perduti d'ogni tempo.

Sulla sorte finale di Giuda esistono diverse opinioni. La Chiesa non si pronuncia ufficialmente sul destino finale del Traditore e dei peccatori, rimasti nel loro indurimento. Insegna solo che esiste la dannazione eterna per coloro che si ostinano nel rifiuto di Dio.

Attenendosi alla teologia della sua epoca, il poeta Dante colloca Giuda nella zona più profonda dell’Inferno.

Lo associa ai traditori Bruto e Cassio, assassini dell'imperatore Giulio Cesare.

Lo pone nel luogo glaciale e più lontano dalla sede di Dio, dove Lucifero infierisce contro di lui, rodendogli la testa.

Santa Veronica Giuliani avrebbe visto l’Iscariota nell’inferno . Gesù, glorificato presso il Padre, avrebbe invece detto a Santa Caterina da Genova: «Se tu sapessi quel che io ho fatto di Giuda…» . Forse egli intese comunicarle la bella notizia che, essendo grande nella misericordia e nel perdono, avrebbe accolto Giuda in Paradiso.

In un’estasi Santa Margherita Alacoque avrebbe chiesto informazioni sulla sorte del Traditore. Egli le avrebbe risposto di non abusare della sua grazia, ma di corrispondervi accogliendola con riconoscenza.
 
Gli artisti medioevali raffigurano spesso l’Iscariota nelle loro opere sacre. Per distinguerlo dagli altri discepoli, lo rappresentano isolato con lo sguardo torvo, il naso adunco, i cappelli scompigliati, il vestito disadorno e il sacchetto dei soldi, pendolante da una mano. Lo ritraggono solitamente nell’atto di tradire Gesù, di gettare le monete nel tempio o allacciato ad un albero. Lo dipingono con i capelli rossi, simbolo del sangue e con il vestito giallo, colore imposto ai giudei in Europa.

 
Il vangelo gnostico di Giuda, opera fantasiosa e di nessun valore storico, cerca di discolpare l’apostolo suicida, attestando che egli ha compiuto la volontà di Dio. Alcuni autori odierni si collegano all’opinione erronea di questo vangelo gnostico. Tentano di rivalutare Giuda con argomentazioni esegetiche alquanto deboli. Il professor Tobias Churton termina, infatti, il suo libro con questa assurda ipotesi: «In fin dei conti, Giuda può aver dato la vita per la nostra libertà» .

 
Il Traditore rimane una persona improponibile alla pietà cristiana, perché si è disperato, ha deciso di togliersi la vita e si è disonorato. Ci ricorda gli ignobili tradimenti, che si chiamano presunzione, intransigenza, ambizione, egoismo, avidità, sordità alle cose spirituali, abuso della libertà, occultamento della verità e rifiuto delle fraternità.


Riproviamo i simulatori, i corruttori, i truffatori e i traditori della nostra società. Mandiamo al diavolo e all’inferno i nostri peggiori nemici. Deploriamo chi si è suicidato per aver perduto il controllo su se stesso. Dissentiamo da quegli intellettuali che esaltano il suicidio, quale mezzo per eliminare il dolore e la sofferenza.

Siamo spesso severi giudici delle fragilità altrui, mentre giustifichiamo facilmente i nostri peccati.

Ripetiamo con frequenza gli atteggiamenti e le scelte irragionevoli di Giuda lscariota. Siamo i più intimi del Signore, ma non corrispondiamo pienamente alla grazia della nostra vocazione. Convertiamoci completamente all’amore del Signore e gareggiamo nel fare il bene.. 

Ci avvicineremo all’ora della morte con la serena speranza di incontrarlo e di essere per sempre con Lui.

Padre Felice Artuso