venerdì 17 ottobre 2008

198 di 2013 ; Beslan e l'Apocalisse

Stefano Armellin con il pezzo 198 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo: Beslan e l'Apocalisse  " Ti ho detto che il demonio invita gli uomini all'acqua di morte, quella che egli ha per sè, accecandoli con le delizie e gli agi mondani. Con l'amo del piacere li conquista sotto le parvenze del bene; inganna ciascuno secondo il suo stato e secondo i suoi vizi principali...una cosa offre al secolare, un'altra al religioso, altra ancora ai prelati, ed altro ai signori, a tutti, secondo i diversi stati in cui si trovano.

Nessuno in questa vita passa senza Croce. Solo quando può vedere, l'anima conosce, e solo quando conosce può amare. E non c'è nessuno che possa difendersi dal veleno se non è illuminato dal lume della Fede.

Io consento le tribolazioni del Mondo affinchè l'anima apprenda che il suo fine non è questa vita, e che le cose di questo Mondo sono imperfette e caduche...ad ogni anima mi manifesto secondo il grado di perfezione con il quale essa mi cerca...perciò ti dico che, per avere un consiglio sulla salvezza dell'anima, è molto meglio rivolgersi ad un ignorante che sia umile e dotato di coscienza santa e retta, piuttosto che ad un superbo letterato immerso nel suo mucchio di scienza..." Imitazione di Cristo

"APOCALISSE...A chiunque ascolta le parole della profezia di questo libro, io attesto : se qualcuno vi sovrapporrà delle aggiunte, Dio sovrapporrà su di lui i flagelli scritti in questo libro. E se qualcuno toglierà qualche parola dal libro di questa profezia, Dio toglierà la sua parte dall'albero della vita e dalla città santa, descritti in questo libro.

Colui che attesta queste cose dice: sì, vengo presto. Amen. Vieni Signore Gesù. La grazia del Signore Gesù sia con tutti i santi. Amen (Apocalisse 21-22)". Sergio Quinzio, Un commento alla Bibbia, pp. 818

"Per Michelangelo il problema non era solo la forma dell'edificio ma implicava necessariamente tutta Roma: una città civilmente non esemplare (già allora) ma scelta e destinata da Dio al proprio culto. Era il periékon di cui la Basilica Vaticana era il nucleo sacrale.

Fu Alberti, grande umanista, a predicare il restauro di quanto rimaneva dell'antico; mezzo secolo dopo Bramante e Raffaello elaborarono un piano organico di renovatio urbis. Bisognava rifarsi alle fonti, a Vitruvio e ai resti dell'antica Roma;

...creare una base culturale su cui potessero fondarsi i molti architetti che convenivano a Roma...il vario nell'uniforme...Giulio II mirava a un equilibrio delle signorie italiane i cui dissidi erano fomentati da fuori, specialmente dalla Francia;...Come auspicio di una ritrovata ma in realtà irrecuperabile armonia, Bramante progettò la Basilica Vaticana come un'immagine di perfetto e chiaro equilibrio...dissentì Michelangelo che voleva un simbolo di concentrata potenza più che di superiore armonia ". Op.Cit.