martedì 4 novembre 2008

216 di 2013 ; I Giudei e il successo del Crsitianesimo

Stefano Armellin con il pezzo 215 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo: I Giudei e il successo del Cristianesimo ; I giudei ripudiano e apprezzano il cristianesimo di Padre Felice Artuso ; 


Jules Isaac, Presidente dell’Università ebraica di Gerusalemme e studioso di storia, nel 1948 manda alla stampa un libro dal titolo Gesù e Israele, in cui smorza l’acredine tra gli ebrei ed i cristiani, assicura che i responsabili della morte di Gesù sono i detentori del potere pubblico e denuncia i crimini dei nazisti, culminati con la tragedia dell'olocausto. 

Martin Buber, insigne filosofo, rabbino neochassidico, conoscitore della Kabbala, esponente del dialogo religioso e promotore del sionismo, scrive che fin da ragazzo sente Gesù come “il suo fratello maggiore”.. 

Ne percepisce persino la voce, leggendo i Vangeli. Riconosce che lo aiuta a perfezionarsi, perché è rimasto sempre fedele all’alleanza divina. 

Sostiene che l'ebreo è uomo della memoria, della prassi e della fiducia in Dio, presente e attivo nella storia, mentre il cristiano è l’uomo della certezza definitiva, che si lascia guidare dall’insegnamento di Gesù e attende di passare alla gloria eterna.

Nelle assemblee sinagogali Martin Buber inizia a commentare per primo i testi evangelici e favorisce un clima di intesa con i cristiani, nonostante non condivida loro fede.

Geza Vermès compie un'importante indagine storica sui testi evangelici. Pubblica tre libri su Gesù in cui dimostra di conoscere l'esegesi della tradizione cristiana. Asserisce che si pervenire ad una giusta comprensione di Gesù, ponendolo all’interno della cultura giudaica. 

Ed egli lo annovera tra i più insigni carismatici del giudaismo galileo, avendo difeso la purezza del culto e avendo insistito sull’amore verso Dio Padre.

Shalòm Ben Chorìn di Gerusalemme, scrittore e teologo ecumenico nel libro ‘Fratello Gesù’ traccia un profilo su di Lui. 

Vi asserisce che egli è un ebreo tra gli ebrei, uno dei più nobili profeti e maestri d’Israele, un grande interprete della Legge, una persona degna di stima e d’onore, perché rivendica il primato della dimensione etica della fede sulle osservanze rituali. 

Il popolo d'Israele lo rifiuta come redentore, non cogliendo in Lui alcun segno di liberazione dal male.

David Flusser, docente di religioni comparate e scienze neotestamentarie all’Università ebraica di Gerusalemme, nel 1968 pubblica un libro nel quale rileva che «le notizie su Gesù lasciateci dai primi cristiani non sono così inattendibili come oggi spesso si crede. 

Non solo nei primi tre Vangeli Gesù è ritratto abbastanza fedelmente come un ebreo del suo tempo, ma perfino il suo modo di parlare del salvatore in terza persona vi è sempre mantenuto» . 

Riconosce che egli ha una formazione farisaica, condivide molte idee dei farisei, esige l’osservanza rigorosa del comandamento dell'amore e racconta parabole con lo stesso stile dei rabbini. Osserva che si distingue dai fratelli ebrei, perché proclama che è iniziato il tempo dell’attesa salvezza. Alcuni di loro, troppo intransigenti lo hanno avversato, ma non è stato il Sinedrio a condannarlo a morte, bensì Ponzio Pilato. 

Padre Felice Artuso

"Chi può dire quando nascono le grandi idee ? Nella scienza, nello sport, nell'esplorazione e nell'avventura sono molti coloro che si trovano sospesi sull'orlo del risultato importante. Quando giunge, il successo è spesso il risultato di uno sforzo collettivo che dà la spinta finale verso il trionfo di una persona o di un team". Dingle.