sabato 15 novembre 2008

227 di 2013 ; il Bene e il Cristianesimo

Stefano Armellin con il pezzo 227 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : "Ma quelli che sanno allargare la loro visuale e sono capaci di osservare l'insieme dei fatti concatenati, possono in cento luoghi vedere il bene scaturire e germogliare dal melo". Mandeville.

"BRAMANTE...é incontestato protagonista del Rinascimento e proprio nella cerniera tra 400 e 500....

-E non si può negare che Bramante non fu sì valente nell'architettura quanto ogni altro che sia stato dagli antichi in qua. Lui pose la prima pietra di Santo Pietro non pieno di confusione ma chiara e schietta e luminosa e isolata a torno che non nuoceva a chosa nessuna del Palazzo;

e fu tenuta cosa bella, come ancora é manifesto; in modo che chiunque s'é discostato da decto ordine di Bramante come à fatto il Sangallo, s'é discostato dalla verità". 
Michelangelo a Bartolomeo Ferratino; 

Michelangelo colloca Bramante come l'anello di congiunzione tra gli antichi e i -moderni-. Op. Cit.

Una delle grandi cadute di stile dell'arte sacra contemporanea si é verificata nella prima edizione del Padiglione Vaticano della Biennale di Venezia 2013, quando il pur bravo Cardinale Gianfranco Ravasi, ha delegato ad una improbabile commissione la scelta frettolosa degli artisti. 

Risultato ? un vero flop. Papa Francesco non si é accorto nemmeno di questo evento. Possiamo rimediare un po' in occasione della visita a Napoli di Papa Francesco, del 21 marzo 2015 ; 
A Venezia nel 2015 ci sarà una nuova edizione della Biennale, a Milano l'Expo' e a Firenze il Convegno Ecclesiale luogo idoneo per lanciare con Papa Francesco il Grande Giubileo del 2025. 
Stefano Armellin


Il Cristianesimo diviene più rispettoso del giudaismo, di Padre Felice Artuso


Nominato Pontefice, Benedetto XVI incoraggia e rafforza l’attività ecumenica. Grande esperto delle problematiche teologiche, religiose, giuridiche e scientifiche, dichiara di aver sempre guardato gli ebrei con amore e di aver provato orrore per la tragedia dell’olocausto. 

Nella sinagoga di Colonia chiede a loro di collaborare «per la difesa e la promozione dei diritti dell’uomo e della sacralità della vita, per i valori della famiglia, per la giustizia sociale e per la pace del mondo» . 

Nell’aeroporto Ben Gurion asserisce alle autorità israeliane che l’antisemitismo «è totalmente inaccettabile». Ai gran rabbini di Gerusalemme rileva che è necessario proseguire nel dialogo e afferma «che la Chiesa Cattolica è irrevocabilmente impegnata sulla strada decisa dal Concilio Vaticano Secondo» . 

Visitando la sinagoga di Roma, riconosce che il Decalogo è un faro per tutta l’umanità. 

Nel libro sulla Passione di Gesù afferma che sono stati i partigiani dello zelota Barabba a chiedere la condanna a morte di Gesù (Mc 15,8.11.15). Asserisce che «Cristiani ed Ebrei hanno una grande parte di patrimonio spirituale in comune, pregano le stesso Signore, hanno le stesse radici, ma rimangono sconosciuti l’uno all’altro» .

L’arcivescovo di Buenos Aires, dialoga fraternamente con Abraham Skorka, Rettore del Seminario Rabbinico Latinoamericano. Senza pretese di proselitismo dimostra che è possibile discutere con i giudei sui grandi temi della vita religiosa, politica, economica, formativa, sociale e culturale. 

Divenuto Papa Francesco, raccomanda di conservare il patrimonio di conoscenza teologica che favorisce l’amicizia e l’intesa tra gli ebrei e i cristiani. Dichiara di sentirsi vicino alla comunità ebraica della capitale italiana. Suscita iniziative comuni per alleviare le sofferenze dell’umanità e sta preparando il viaggio in Terra Santa, dove potrebbe incontrare anche il suo amico Skorka. 

Avendo sofferto, per liberare i dissidenti dalla spietata repressione della giunta militare argentina (1976-1983), ricorda che gli atteggiamenti antisemiti dei cristiani sono un’intollerabile contraddizione . Nella sua prima lettera ai cristiani come Vescovo di Roma scrive che «il dialogo e l’amicizia con i figli d’Israele sono parte della vita dei discepoli di Gesù. L’affetto che si è sviluppato ci porta sinceramente e amaramente a dispiacerci per le terribili persecuzioni di cui furono e sono oggetto…» .

Proviamo un profondo rincrescimento per le storiche controversie tra giudei e cristiani. Intraprendiamo un camino spirituale, che ci purifichi dai compiacimenti oltraggiosi. Saremo più liberi dai pregiudizi, basati sulle falsificazioni ideologiche. Ascolteremo con più attenzione quello che i giudei dicono o scrivono sui grandi valori della Rivelazione di Dio. Miglioreremo le nostre conoscenze bibliche, troveremo una soluzione ai problemi divergenti, difenderemo la sacralità della vita, approfondiremo le nostre reciproche conoscenze e fortificheremo la nostra fede in Dio creatore, Provvidente e Redentore.

Padre Felice Artuso Direttore spirituale del gruppo Stati Uniti del Mondo