domenica 18 gennaio 2009

291 di 2013 ; Gemara

Stefano Armellin con il pezzo 291 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Gemara : "Oggi viviamo invece in un periodo di crisi culturale in Francia come altrove. Un po' ovunque c'è silenzio...Viviamo in una sorta di inerzia culturale...Non è una stagione propizia all'esplosione di un grande pensiero religioso. Ci sono oggi più professori di religione che mistici : ed è attraverso i mistici che la religione avanza e progredisce...La religione scende assai più in profondità nell'essere umano di quanto scenda la cultura. Il livello culturale se mi è concesso dirlo, è un livello piuttosto superficiale nell'anima umana". Andrè Frossard 1990


Fiera del libro, Vittorio Veneto, domenica 4 febbraio 1996. Mattinata di nebbie basse e pioggia fine. Dopo la Santa Messa ho pensato bene di tenere chiuso. Continua a piovere. Ho portato al Vescovo di Vittorio Mons. Eugenio Ravignani un mio scritto. E scoperto (ricordato) che Vescovo di qui, é stato per undici anni Albino Luciani, diventato poi Giovanni Paolo I.

Verso le 15.30 smette di piovere e mi precipito ad aprire. In tre ore faccio un incasso lordo di 1.257.000 lire ! un mio piccolo record personale nel settore della vendita del libro che ormai comincia a stancarmi. Entro l'anno lascerò questo lavoro e mi sposerò. Chi vivrà vedrà. Stefano Armellin

Lo scandalo della croce continua nei secoli c di Padre Felice Artuso
Dipendendo dalle parole del Corano, i musulmani credono che Gesù era un profeta, nonché un modello di sapienza, di umiltà, di tenerezza e di santità. Pensano che Dio ha impedito a Gesù di essere crocifisso e di morire ad una croce; lo ha bensì innalzato accanto a sé e in un rapimento estatico Maometto lo ha visto nella gloria celeste. 

Aspettano che Gesù discenda sulla terra, per morire, risorgere e giudicare l’umanità. Ambiscono che i cristiani accolgano l’insegnamento del Corano, abbandonino i residui idolatri, promuovano una concezione più esatta su Dio e stabiliscano una società più giusta. 

Appellandosi all’autorità di Allah, giustificano le loro guerre d’espansione. Dove hanno consolidato i loro governi politici, pretendono che tutti i connazionali si convertano all’Islam. Ricorrono alla limitazione della libertà e alla persecuzione, se incontrano tenaci resistenze. 

Infrangono le parole del Corano, che riconosce a ciascun individuo il diritto di professare la propria fede (Sura 2,256). 

Per garantirsi una conveniente stabilità, i più estremisti massacrano quelli che rifiutano di integrarsi con loro.

La Chiesa riconosce che tra i molti musulmani non mancano i moderati, gli onesti, i sinceri, i ferventi, i caritatevoli e i rispettosi delle singole identità. 

Nella visita al Marocco Giovanni Paolo II è stato il primo Papa che gli fu permesso di parlare pubblicamente anche ai musulmani. Chiamandoli fratelli, ha ammesso che possiedono la nostra fede nell’unico Dio, creatore e signore della storia. Ha quindi precisato che i veri fratelli non si tollerano, ma si amano . 

Benedetto XVI ha raccomandato a loro di impegnarsi seriamente ad estirpare i rancori, a condannare il terrorismo di qualsiasi matrice, a smettere di accusare gli altri per ottenere un beneficio e a incrementare un ragionevole dialogo . 

Per favorire un interscambio culturale, nel discorso al Corpo Diplomatico di Ankara ha asserito: il dialogo «deve permettere alle diverse religioni di conoscersi meglio e rispettarsi reciprocamente, al fine di agire sempre più al servizio delle aspirazioni più nobili dell’uomo, che è alla ricerca di Dio e della felicità» . 

Nel breve viaggio in Terra Santa, il Papa Francesco ha lodato il re Abdullah II per aver svolto un ruolo di pacificazione in Medio Oriente, per aver promosso un dialogo tra i contendenti e per aver offerto una confortevole ospitalità ai rifugiati politici. 

Gli ha assicurato che i cristiani di Giordania collaborano con i musulmani per consolidare la loro nazione. Ha incoraggiato il presidente dei palestinesi, Mahmoud Abbas, ad essere un artefice di pace, come pure di armonia tra le varie entità civili e religiose. 

Evocato l’esempio di fede, dato dal Patriarca Abramo, ha dichiarato al mufti, presidente del gran consiglio islamico di Gerusalemme: << Davanti al mistero di Dio siamo tutti poveri, sentiamo di dover essere sempre pronti ad uscire da noi stessi, docili alla chiamata che Dio ci rivolge, aperti al futuro che lui vuole costruire per noi>>. 

Ha poi esortato gli islamici e i cristiani ad abbandonare le rivendicazioni vicendevoli, a stemperare con il dialogo le sconfortanti tensioni e a puntare sulla condivisione dei beni spirituali.

Il dialogo interreligioso odierno sta producendo degli ottimi risultati. Con il consenso e la collaborazione dei cattolici, un gruppo di studiosi sciiti musulmani ha tradotto in persiano “Il Catechismo della Chiesa Cattolica”. La recente pubblicazione del loro lavoro favorisce una conoscenza più precisa e una comprensione più esatta della nostra fede.
segue

Padre Felice Artuso