mercoledì 7 ottobre 2009

554 di 2013 ; Benedetto XVI e la Madonna del Vesuvio


Stefano Armellin con il pezzo 554 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013

Titolo : Benedetto XVI e la Madonna del Vesuvio
Benedetto XVI il 19 ottobre 2008 a Pompei



Caro Benedetto XVI, dopo domani presentiamo per la prima volta al pubblico La Madonna del Vesuvio. E’ un leggerissimo bassorilievo su pietra lavica inserito in un geniale basamento. Non lo possiamo spostare come un quadro. Resterà in Piazza Schettini a Pompei, a lato della Casa famiglia Giovanni Paolo II.

Alle spalle l'opera è protetta dalla Polizia Municipale, di fronte c'è ancora un parcheggio.
E' il memorial della Tua visita a Pompei del 19 ottobre 2008. Tutti qui ti ricordiamo con affetto. 

La Madonna e la Città, è sempre un valido motivo per un Tuo ritorno a Pompei invito che oggi rilanciamo al tuo successore Papa Francesco.

In quest’opera che abbiamo inaugurato venerdì 9 ottobre 2009 alle ore 12.00 sono legate tante idee che si affacciano sul Mondo. Puoi prenderne atto come : la nuova Estetica di The Opera ; un contributo all’incontro che hai promosso per gli artisti, il 21 novembre 2009, nella Cappella Sistina.

Un capolavoro è limitato, la Madonna no. Qui scatta la differenza, perchè l’arte che affronta con successo un tema sacro, abbraccia Dio e dialoga con Gesù.

L’anno scorso ti scrissi dopo la mostra personale: L’arte e la Croce, (sempre a Te dedicata), nel tentativo di renderTi percepibile attraverso lo scritto, la possibilità Estetica di The Opera applicata alla Basilica Vaticana. Oggi continuo quel testo con queste poche righe ma lascio decisamente la parola alla Madonna del Vesuvio.

Il discorso sta diventando troppo complesso, lo vedo dalle opere in corso : il Secondo Avvento; il Giudizio; non che il mio predecessore (Michelangelo) non ci avesse pensato, infatti raduni gli artisti nella Sistina come i Cardinali al Conclave.

Adesso le linee entrano nella storia e nella politica di un Mondo quattordici volte più denso demograficamente, di quello in cui visse Michelangelo.

Se proprio il Governo degli Stati Uniti d’America vuole guidare il cambiamento, come annunciato dal Presidente Barack Obama all’ONU; sul “world-bus” devono salirci i 194 Stati del Mondo.

Per andare dove ?


Nel solo luogo che ci chiede di andare il nostro tempo : all’interno della Prima Costituzione degli Stati Uniti del Mondo.

Stefano Armellin, aggiornato a venerdì 12 settembre2014

Dio libera dalla sofferenza b di Padre Felice Artuso
I discepoli eseguono il difficile e faticoso incarico, che Gesù ha conferito a loro. Docili alla sua volontà, proclamano il Vangelo alla gente, convinti che lo accoglieranno. Completano l’intelligente e necessario lavoro dei medici, soccorrendo le persone, che sono tormentate da squilibri psichici, da insidie maligne e da devastanti indisposizioni: «E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano» (Mc 6,12-13). 

Non rimangono indifferenti alle intense, commoventi e persistenti sofferenze dei malati, che incontrano nei loro spostamenti personali o di gruppo. Come udiamo asserire spesso da parecchi contemporanei, non dicono mai agli afflitti: noi badiamo ai nostri affari e voi arrangiatevi nel dover trovare un’accettabile soluzione ai vostri preoccupanti problemi. 

Responsabili della vita e della gioia dei fratelli, i discepoli del Signore prendono sul serio la realtà, che si affaccia davanti a loro. Comunicano alla gente comune qualche parola di speranza e si astengono dall’emettere quei giudizi, che intristiscono ed emarginano. 

Impongono anche le mani sui malati, per indicare che condividono le loro preoccupazioni e cercano di apportarvi una soluzione gradevole e armoniosa. Pregano inoltre il Signore, perché egli effonda sui tanti sofferenti il suo Santo Spirito, che vince ogni debolezza, ristabilisce nella salute e inserisce nella vita ordinaria. 
Ungono particolarmente con l’olio santo tutti coloro che attendono aiuto, liberazione e miglioramento della propria situazione . Raccomandano infine ai cristiani, compromessi seriamente nella salute, di avvisare i presbiteri, perché essi vadano a trovarli, preghino alquanto per il loro ristabilimento e li ungano con l’olio consacrato. 

Attestano che la preghiera fiduciosa, unita all’imposizione delle mani e all’unzione santa, toglie l’isolamento, prodotto dai peccati, configura a Cristo paziente, infonde la serenità nell’eventuale aggravamento fisico e congiunge a Dio Padre, pronto ad accogliere i suoi figli, pellegrini nel mondo (Gc 5,14-15). segue

Padre Felice Artuso

L'Arcivescovo di Pompei Mons. Carlo Liberati si avvia a benedire
la Madonna del Vesuvio di Stefano Armellin