venerdì 26 marzo 2010

726 di 2013 ; Cinema e cristianesimo

Stefano Armellin con il pezzo 726 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013





Titolo : Cinema e Cristianesimo : "Non ci siamo, a questi livelli non riusciamo a essere competitivi, dobbiamo ritrovare l'estro, la fantasia e la vitalità che in altre stagioni riuscirono a imporci all'attenzione dell'intero Pianeta". Tullio Kezich 1999

"A me continua a sembrare che una corretta comprensione teologica delle Scritture suggerisca il senso dell'incombere di un evento...dall'umana condizione di peccato non c'è liberazione. 

La nostra è una dimensione che ci incastra nel limite, nell'insufficienza. Il Signore, insomma, non tanto ci chiede di fare quello che non può fare Lui, ma soprattutto di volere fare qualcosa: noi non abbiamo le forze per fare abbastanza (siamo) nell'orrore di un mondo proclamato redento, ma in cui ciò che è buono e pieno di tenerezza non può che essere crocifisso e calpestato...

Per me non c'è alcun modo per compensare l'ingiustizia che vi è nel mondo se non nell'intervento straordinario di Dio... 

Ho ritrovato nella Bibbia i segni di una terribile tensione non risolta, fra la promessa della salvezza e la continua dilazione cui tale promessa è sottoposta...c'è questo continuo  crescere dell'angoscia...un'impotenza di Dio nella storia, che Dio stesso ha scelto e voluto...

La storia è una storia che si allontana dalle origini cristiane; è questo, ripeto, un destino di decomposizione, che è esemplificato sul modello della Croce, che la stessa Chiesa non può che seguire...ma un conto è il fatto, e un conto è la memoria del fatto, la quale è destinata, allontanandosi dal fatto, a perdersi, a perire sempre più.

Questo degradarsi, questo decadere, questo indebolirsi della memoria della persona cara che è scomparsa e della Fede attraverso i secoli, questo suo rendersi sempre più difficile, vuota, paradossale, disperata, richiama la Croce, che è, insieme, luogo del patibolo e luogo della glorificazione". Sergio Quinzio, da La tenerezza di Dio

"Con Tommaso il lungo travaglio della costituzione della teologia come edificio razionale, esplicitante la sintesi della Parola rivelata, appare compiuto...la teologia non può esistere che come prosecuzione della theologia perennis di cui Tommaso ha costituito il vertice.

La teologia deve dunque ritrovare in Dio ogni aspetto del reale e non deve trovare nel reale alcun principio o limite che non sia esclusivamente fondato sul Divino.

Comunicatio indica l'azione divina
Partecipatio indica il risultato della comunicatio
Similitudo indica la relazione che così si é stabilita tra Dio e il creato ".

Don Gianni Baget Bozzo