venerdì 23 aprile 2010

754 di 2013 ; Visioni

Stefano Armellin con il pezzo 754 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Visioni: "Noi siamo tutti inclinati a suppor negli uomini antichi o moderni, assenti o presenti, noti o ignoti, e nelle loro azioni e condotta, una politica, un'arte, una simulazione quasi continua, e qualche fine occulto. Ma credete a me che v'è al Mondo assai meno politica, assai meno finzione, assai meno tendenze occulte, meno intrighi, meno maneggi, meno arte, e più di sincerità e di vero che non si crede". Giacomo Leopardi, domenica 3 settembre 1826

"...Ma che via fu questa ! Son dovuto passare attraverso tanta sciocchezza, tanta bruttura, tanto errore, tanto disgusto e delusione e dolore, solo per ridiventare bambino e poter ricominciare da capo...

Ho dovuto provare la disperazione, ho dovuto abbassarmi fino al più stolto di tutti i pensieri, al pensiero del suicidio, per poter rivivere la grazia, per riapprendere l'OM...

Ad ascoltare mi ha insegnato il fiume, e anche tu imparerai da lui. Lui sa tutto, il fiume, tutto si può imparare da lui...

Nel peccatore è già ora, oggi stesso, il futuro Buddha, il suo avvenire è già tutto presente, tu devi venerare in lui, in te, in ognuno il Buddha potenziale, il Buddha in divenire, il Buddha nascosto.

Il Mondo, caro Govinda non è imperfetto, o impegnato in una lunga via verso la perfezione: no, è perfetto in ogni istante, ogni peccato porta già in sè la grazia, tutti i bambini portano già in sè la vecchiaia, tutti i lattanti la morte, tutti i morenti la vita eterna...

In briganti e in giocatori d'azzardo si cela il Buddha, nel Brahmino può celarsi il brigante...". H.Hesse da Siddharta


Il martirio di Padre Felice Artuso

I martiri ebrei
 
La storia è segnata da ingiustificabili eventi di terrorismo, devastazione, violenza e morte. Gli autori dell’antico Testamento e della letteratura giudaica ne descrivono parecchi. Con una certa maestria condannano i responsabili delle intimidazioni, delle oppressioni e dello spargimento di sangue innocente . Evochiamo alcuni episodi d’intolleranza, persecuzione e privazione del diritto alla vita, menzionati nella Bibbia.
 
Assunto il potere statale, il Faraone, dittatore assoluto, teme i prolifici, intraprendenti e autonomi ebrei. 

Per assoggettarli a sé, li schiavizza e maltratta (Es 1,1ss). La regina Gezabele di origine pagana «stermina tutti i Profeti del Signore» (1 Re 18,13). 

Al che il Profeta Elia si affligge e prega Dio, dicendogli: «Gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi Profeti. 

Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita» (1 Re 19,10). 

Il re Acab ordina di imprigionare il Profeta Michea, perché gli ha predetto che sarebbe morto in una disfatta militare (1 Re 22,9-28). 

Il re Asa comanda di incarcerare il Profeta Canàni, perché gli ha rimproverato di non fidarsi di Dio e di voler stringere alleanze con le potenze straniere (2 Cr 16,7-10). 

Amasia, sacerdote nel tempio regale di Betel, intima ad Amos, Profeta giudeo: «Vattene, veggente, ritirati nel paese di Giuda; là mangerai il tuo pane, e là potrai profetizzare, ma a Betel non profetizzare più, perché questo è il santuario del re ed è il tempio del regno» (Am 7,12).

Il re Manasse assale con il suo esercito gli avversari politici e li sconfigge, causando lo scorrimento di molto sangue (2 Re 21,16; 24,4). Una tradizione ebraica, accolta dai giudeocristiani, riferisce che durante il suo regno il Profeta Isaia è arrestato e segato a metà . 

I collaboratori del re di Giuda incarcerano il Profeta Geremia. Tentano di ridurlo al silenzio e minacciano di ucciderlo. In un acceso diverbio, gli dicono: «Una sentenza di morte merita quest’uomo, perché ha profetizzato contro questa città come l’avete udito!» (Ger 26,11). 
Accompagnato in Egitto con gli esiliati, il popolo l’avrebbe lapidato (IV Baruc).

Il re Jojakìm ordina di uccidere di spada il Profeta Uria, contemporaneo di Geremia, per aver predetto la distruzione del tempio (Ger 26,23). 

Il re Ioas stabilisce di lapidare il Profeta Zaccaria, figlio del sacerdote Jojadà, perché nel cortile del tempio ha presentato al popolo un messaggio, ritenuto sconveniente (2 Cr 24,19-22). 

Qualche salmista si lamenta delle emozionanti persecuzioni e dice a Dio: «Per te ogni giorno siamo messi a morte, stimati come pecore da macello» (Sal 44,23). 
Segue.

Padre Felice Artuso