venerdì 21 maggio 2010

782 di 2013 ; L'ovulazione

Stefano Armellin con il pezzo 782 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : L'ovulazione: E' stato un incontro di passaggio quello con il Vescovo di Albenga Mario Oliveri che mi dice di avere pazienza ma che al tempo stesso lascia aperte tutte le possibilità di crescita...mi sento la coscienza a posto, sto bene. Non posso che ripetere a me stesso che il risultato è vicino, vicinissimo, infatti sono io il risultato : Stefano Armellin, martedì 17 febbraio 1998

"Quello che per la pittura del '500 è rappresentato dal Tondo Doni di Michelangelo, per l'architettura è offerto dal tempietto di San Pietro in Montorio di Bramante (1502).

L'architettura del '500 nasce lì...per la Basilica di San Pietro...bisogna rifarsi al nucleo centrale che, unico, fu costruito da Bramante e che proprio in quanto nucleo centrale si ripropone come fulcro...

Qui è allora più chiara la funzione di confluenza spaziale che il grande quadrilatero rappresenta come l'invaso di una enorme piscina. Se il tempietto era soprattutto un esterno in cui confluiva lo spazio aggirante, nel nucleo centrale di San Pietro c'è l'addentrarsi dello spazio come nel riempimento dell'invaso di una diga.

La trasformazione dinamica michelangiolesca non lascia più intendere, al di fuori dell'enorme cubatura della cupola questa confluenza da fermo dello spazio dell'immenso contenitore...la sua struttura spaziale si coagulava nell'enorme cupola come avviene nel Pantheon...lo spazio esterno rifluiva direttamente sull'interno in un unico blocco". Cesare Brandi

I martiri antichi e recenti di Padre Felice Artuso
Le accuse di reato e i metodi di punizione variano secondo i periodi storici e le zone geografiche. 
Ne diamo un breve resoconto. 
Alcuni imperatori romani ritengono un grave delitto professare la Fede cristiana, non essendo stata riconosciuta da loro. Sfavorevoli alla libertà di espressione, emanano ordinanze repressive contro i cristiani di ogni ceto sociale. 
I magistrati decidono l’arresto dei trasgressori delle prescrizioni statali. Nei processi pubblici o privati accusano i cristiani di proselitismo. Per indurli all’apostasia, inventano promesse lusinghiere o autorizzano gli aguzzini di torturarli. Accertata la loro fedeltà a Gesù Cristo, li dichiarano dei folli e li condannano a un supplizio mortale come la scorticazione, la crocifissione, la decapitazione, la cremazione o la consegna al pasto delle belve. 
Ascoltata la sentenza di morte, proferita dal loro giudice, i condannati ringraziano privatamente Dio, per averli stimati degni di glorificarlo con l’effusione del sangue. 

Senza protestare, si lasciano condurre al supplizio come agnelli destinati al macello. 

Nel loro cammino verso la morte sono certi che il Signore li accompagna e li unisce al suo esodo pasquale. La martire Felicita risponde, infatti, al giudice che dubitava sulla sua capacità di sopportare i tormenti del martirio: «Ora sono io che soffro quello che soffro; là sarà in me un Altro che soffrirà per me, poiché anch’io soffro per Lui» . 

Non conosciamo tutti i nomi dei martiri, che si sono immersi nel battesimo di sangue (Lc 12,50; 1 Gv 5,6), per rimanere fedeli al Vangelo di Gesù Cristo e per promuovere un Mondo nuovo. 

Gli Atti dei Martiri, «archivi della Verità scritti a lettere di sangue» (CCC 2474), menzionano solo le donne e gli uomini più conosciuti al pubblico o quelli che si distinsero maggiormente nelle fasi del loro martirio.

Nel periodo della grande espansione islamica si consolidano dei regimi, che non tollerano il pluralismo religioso. Costoro denunciano quindi i cristiani di apostolato evangelico o di apostasia musulmana. Ritenendoli un’insidia maligna, li eliminano mediante questa pluralità di forme: lapidazione, scorticamento, impiccagione, sgozzamento, crocifissione, decapitazione e fucilazione. 

Profanano anche i loro luoghi di culto e devastano le loro opere artistiche. Eredi di un forte influsso manicheo, si considerano gli unici giusti, degni della gloria paradisiaca.
 
Alcuni dittatori medioevali, temendo gli avversari di qualsiasi indole, li costringono di cambiare opinioni e abitudini. Non ottenendo rassicuranti adesioni, li imprigionano, li condannano a morire in carcere o in pubblico e ordinano la distruzione delle loro case e dei loro oggetti di culto. Segue

Padre Felice Artuso