lunedì 30 agosto 2010

883 di 2013 ; Economia mondiale

Stefano Armellin con il pezzo 883 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo :Economia mondiale "Nessuno tra gli Stati meglio amministrati conduce una politica in grado di consentire che il debito pubblico sia in qualsiasi momento rimborsato nella sua interezza: persegue invece una politica capace di mantenere tra debito pubblico e PIL la proporzione atta a permettere che il singolo detentore di titoli pubblici possa convertirli in moneta cedendoli al mercato, perchè vi sarà sempre qualcuno disposto ad acquistare.

Il trattato di Maastricht implica una limitazione dei poteri dello Stato: il principio del pareggio del bilancio si propone di ampliare il margine di autonomia attribuita ai soggetti, pubblici e privati che compongono la Comunità nel decidere la destinazione dei loro risparmi". Guido Carli

"L'analisi naturalistica dell'articolarsi delle strutture su cui si fonda la società umana e la sua vita spirituale, ha di fronte a sé un compito quasi incommensurabile. La società umana è il più complesso dei sistemi viventi sulla terra. 

Le nostre conoscenze scientifiche hanno appena scalfito la superficie della sua complessa totalità, il nostro sapere sta in una relazione con la nostra ignoranza che, per essere espresso, richiederebbe l'uso di cifre astronomiche. 

Eppure credo che l'uomo, come specie, si trovi di fronte a una svolta della sua storia, e che già ora sussista potenzialmente la possibilità di procedere verso un imprevedibile sviluppo superiore dell'umanità.

Certo, mai come oggi l'umanità si è trovata in pericolo. Potenzialmente però la nostra cultura è stata posta dalla riflessione scientifica nella situazione di potersi sottrarre a quella decadenza di cui finora sono cadute vittime tutte le civiltà superiori. Ciò avviene per la prima volta nella storia del Mondo". Konrad Lorenz

"Giungo alla conclusione che, scartando l'eventualità di guerra e di incrementi demografici eccezionali, il problema economico può essere risolto o per lo meno giungere in vista di soluzione, nel giro di un secolo. 

Ciò significa che il problema economico non è, se guardiamo al futuro, il problema permanente della razza umana.

E' sconcertante perchè, se invece di guardare al futuro ci rivolgiamo al passato, vediamo che il problema economico, la lotta per la sussistenza, è sempre stato, fino a questo momento il problema principale, il più pressante per la razza umana: anzi, non solo per la razza umana, ma per tutto il regno biologico dalle origini della vita nelle sue forme primitive.

Per tanto la nostra evoluzione naturale, di tutti i nostri impulsi e di tutti i nostri istinti più profondi, è avvenuta in funzione di risolvere il problema economico...

Io penso con terrore al ridimensionamento di abitudini e istinti nell'uomo comune, abitudini e istinti concresciuti in lui per innumerevoli generazioni e che gli sarà chiesto di scartare nel giro di pochi decenni". Keynes