mercoledì 10 novembre 2010

955 di 2013 ; La solitudine di Cristo

Stefano Armellin con il pezzo 955 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : La solitudine di Cristo "Vangelo innanzi tutto vuol significare un libro; il libro è un codice, un fatto culturale, un episodio dentro la storia. Esso invece è l'evento che si dirama nell'universo.

Possiamo anche sapere il Vangelo a memoria, ma sarebbe un fatto puramente culturale e di costume, profano al potere trasformatore del Vangelo. Potremo sapere di Teologia e di Cristianesimo, e risultare ugualmente atei. 

Il Vangelo è la vita di Dio dentro di noi, una realtà che deve prendere continuamente carne...

E' la Parola di Dio pronunciata per me, oggi stesso, e non duemila anni fa.

Il tema centrale del quarto Vangelo sta nel fatto che il Verbo si è fatto carne (Gv 1,14); la carne non serve a niente (Gv 6,63); -Voi che pure mi avete visto, non credete: chi vede il Figlio e crede in Lui ha la vita eterna, in se stesso, permanente- (Gv 6,40); 

Giovanni è uno scrittore assolutamente religioso e per di più asiatico...

E' necessario sentire il linguaggio come egli l'ha sentito, e insieme tener presente la geografia, poichè c'è una geografia anche per la grazia e la santità...

Giovanni si presenta fin dal suo grande prologo come uno scrittore mistico.

I fatti che egli narra non sono mai fine a sè stessi, ma creano un'atmosfera appunto mistica; egli traccia subito un livello al di là del sensibile e ha il potere di fissare immediatamente una concezione singolare e inconfondibile". David Maria Turoldo

"Veniva nel Mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. 

Egli era nel Mondo, e il Mondo fu fatto per mezzo di Lui, eppure il Mondo non lo riconobbe". Giovanni 1, 9-10

"Lo storico, in quanto individuo dotato di passioni e in quanto cittadino responsabile, avvicina il proprio tema con le proprie attese, i propri desideri o paure, le proprie utopie, ovvero il proprio scetticismo.

Questo rapporto con il presente e con il futuro influenza incontestabilmente la scelta del suo oggetto di studio...la rappresentazione del passato influenza quella del futuro

Il ripercuotersi del futuro sul passato . Il carattere retrospettivo della storia non costituisce l'ultima parola sulla conoscenza storica. Lo sarebbe se ci limitassimo alla opinione comune, secondo cui il passato non può più venir cambiato e per questo sembra determinato; Secondo questa opinione soltanto il futuro può essere ritenuto incerto, aperto e in questo senso indeterminato.

Questa, però, non é che la metà del vero, poiché, se i fatti sono incancellabili se non si può più disfare ciò che é stato fatto, né fare in modo che ciò che é accaduto non lo sia, in compenso, il senso di ciò che é accaduto non é fissato una volta per tutte;

A parte il fatto che gli eventi del passato possono essere interpretati in modo diverso, il carico morale legato al rapporto di colpa verso il passato può venir appesantito oppure alleggerito".

Paul Ricoeur (da : Ricordare, dimenticare, perdonare, 2004)