martedì 15 febbraio 2011

1053 di 2013 ; Discepolo di Cristo

Stefano Armellin con il pezzo 1053 di 2013 
del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Discepolo di Cristo 

 "Il Mondo si accontenta di mettere in ordine la superficie delle cose; la Chiesa mira a rigenerare le profondità stesse del cuore. Essa inizia sempre dal principio; e, per quanto riguarda la maggior parte dei propri figli, non riesce mai ad andare più in là del principio, ma è continuamente occupata a porre le fondamenta...

Essa mira a ciò che è necessario piuttosto che a ciò che è desiderabile...

...l'Umiltà è una delle virtù più difficili sia da raggiungere che da riconoscere. 

Essa è vicina al cuore stesso, e le sue prove sono quanto mai delicate e sottili. 

Le sue contraffazioni abbondano...l'umiltà o condiscendenza, considerate come virtù del comportamento, si può dire consistano, tra l'altro, nel porci col pensiero sullo stesso piano di chi ci è inferiore; non si tratta soltanto di rinunciare volontariamente ai privilegi della propria posizione, ma di partecipare o assumere realmente la condizione di coloro verso i quali ci abbassiamo.

Questa è la vera umiltà, sentire e comportarci come se fossimo persone di poco conto non nutrire l'idea della nostra importanza mentre affettiamo una posizione umile". 

Cardinale Henri Newman

"Morandi (1890-1964); L'anima delle cose, si perde quel centro intorno al quale per secoli ha ruotato l'arte, cioé si perde la centralità della figura umana, il cui posto viene preso da tutto ciò che fino a quel momento era rimasto ai margini.

Morandi osserva una mela o una bottiglia con lo stesso sentimento con cui un pittore del passato avrebbe guardato un santo o un personaggio storico o mitologico.

L'uomo é sì assente dai suoi quadri ma la sua presenza c'è comunque la sentiamo come in uno sguardo che si fermi sulle cose rappresentate facendo sentire di esserci pur senza mettersi in scena.

Per Morandi il Mondo esterno non esiste, esiste un Mondo interiore fatto di riflessioni continue e ossessive sugli oggetti.

Morandi forse in assoluto uno dei più importanti pittori del Novecento, proprio perché é riuscito a dare il massimo di interiorità nel minimo dello spazio, uno spazio sia fisico sia psicologico.

Non c'è niente da vedere, c'é tutto da sentire dentro.

Niente come la pittura metafisica di Morandi, così astratta, così lontana, così poco oggettiva pur essendo legata alla concretezza dell'oggetto, rappresenta il senso stesso della tendenza pittorica fondata da De Chirico.

Gli oggetti diventano specchi degli eventi, anche di eventi tragici come la guerra. Eppure nei suoi quadri non si vede mai il rumore della guerra: il silenzio della sua stanza é l'unica risposta alla distruzione e alla violenza : La prima guerra mondiale, Morandi la affronta nel distacco silenzioso della pittura metafisica.

E' uno spazio assolutamente mentale.

Viveva come dedicato a una visione quasi mistica dell'arte...con un rigore e una severità esistenziale che gli impedivano rapporti con l'esterno, restringendo gli unici momenti affettivi all'interno della famiglia preesistente, cioé quella costituita dalle sorelle.

Morandi non esce dalla sua stanza perchè non gli occorre uscirne; egli non vuole contatti con il pubblico, con le persone, perché la sua opera deve essere protetta, segreta, al limite del non esser vista; e vederla é difficile...". Vittorio Sgarbi