mercoledì 16 febbraio 2011

1054 di 2013 : Neemia

Stefano Armellin con il pezzo 1054 di 2013 
del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Neemia 

" Ora, nella seconda metà degli anni Novanta e alla fine del XX secolo l'arte si trova a confrontarsi con un difficile contesto dominato dalla telematica che trova identità produttiva nella realtà virtuale nell'anoressia dell'immagine e di una cultura in generale in continua perdita di profondità.

La smaterializzazione e la dematerializzazione dell'oggetto esaltano la capacità penetrativa della telematica negli spazi domestici mettendo in discussione anche la statica architettura del museo e della galleria.

Contro tale anoressia falsamente vitale, che trova il proprio terminale nello spazio e nell'habitat domestico, l'arte sviluppa una felice resistenza, la produzione di -ultra/corpi- le cui forme si sviluppano per oggetti circoscritti fino alla installazione". Oliva

Anni dopo le constatazioni di Oliva mi sembra chiaro che il Poema visivo del XXI secolo affermi una netta superiorità comunicativa su ogni forma di installazione tradizionale perchè il pensiero e l'immagine del Mondo attraverso la trasmissione on line sono andati a coincidere. 
Stefano Armellin, venerdì 9 agosto 2013
"A ogni perdita di equilibrio: sistemi fisici, invece di creare maggiore disordine, reagiscono riconquistando stabilità in forme sempre più complesse e avanzate". Prigogine

"Warhol (1926-1987) dopo la pittura. I nostri sono gli anni di un'estetica seconda, in cui più che mettere in evidenza immagini é importante mettere in evidenza l'immagine,, in cui comunicare importa solo se l'oggetto della comunicazione siamo noi stessi...

Apparire prima di essere...

Nella nostra civiltà l'apparenza é l'elemento fondamentale, coincide con la sostanza...

La negazione dell'artista come artefice, ma anche la dimostrazione di come la nostra civiltà, perduto Dio, e perduto anche l'uomo come individuo, sia fatta soprattutto di prodotti industriali, di icone pubblicitarie, di immagini stereotipate che hanno negato la bellezza classica per sostituirla con l'esigenza di rendere tutto mercato". Vittorio Sgarbi

"C'é un legame importante tra la dimensione della conoscenza della Prima critica che determina l'oggetto attraverso categorie, e la dimensione della riflessione estetica della Terza critica di Kant.

L'immagine come supplenza dell'invisibile da cui emerge.

Il linguaggio é insieme condizione e limite, ciò che svela e ciò che copre...é il linguaggio che configura per noi il rapporto tra visibile e invisibile, tra corpo e senso, tra carne e idealità, tra immanenza e trascendenza". Boruti