venerdì 24 giugno 2011

1182 di 2013 ; L'Arcangelo Michele

Stefano Armellin con il pezzo 1182 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013





Titolo . L'Arcangelo Michele 

"Il legame di Dio con la storia, il Libro, si é consumato. Il -ritorno biblico- patrocinato dalla -Chiesa post-conciliare- é illusorio.
Dopo secoli di crescente fervore di dispute bibliche che sempre più velocemente inseguivano la sua ormai irraggiungibile verità, si sente che la Bibbia oggi non sta più al centro della chiesa e della Fede del credente, tacitamente se ne é allontanata.

Questa é la conclusione inevitabile, la conseguenza obbligata della consapevolezza lentamente maturata attraverso i secoli dell'impossibilità di comprendere il Libro nel senso unico, pieno e immediato in cui deve essere compreso un annuncio di salvezza.

Ma che cosa si può mettere adesso al posto privilegiato che da sempre il Libro ha tenuto agli occhi della Chiesa credente, dal momento che tutto doveva pur sempre essere, o almeno dichiararsi strettamente conforme alle Scritture che la tradizione tramanda come i luoghi eccelsi della presenza di Dio in mezzo al suo popolo ?

Nulla può sperare di tenere il posto del Libro.

Al suo posto, nella chiesa e nel credente, può ormai esserci solo quello che c'è ovunque nel Mondo : una disparata e disperata molteplicità dilagante di cose, senza più nessuna possibilità di confrontarle, collegarle, integrarle, comporle in unità, perchè se tale possibilità ci fosse, essa sola sarebbe l'unico perduto centro.

Scrittura, tradizione, magistero, dogma, sacramenti, vita di grazia, teologia, esegesi, vita comunitaria, ecumenismo, prassi politica, secondo le innumerevoli accezioni di ciascun termine.

Si può dire, certo, che tutte queste diverse cose sono appunto gli aspetti diversi dell'unica multiforme vita pulsante nella chiesa: l'albero diversificato in radici, tronco, rami, foglie, fiori, frutti che era racchiuso nel seme della Parola di Dio e che da esso si é sviluppato. Di fatto é così.

Ma riconoscere questo sviluppo che si allontana dal Messia risuscitante i morti del suo popolo (Matteo 10,8) per edificare venti secoli di miserabili adattamenti al Mondo e alla morte trionfanti, senza vederlo come un terribile mistero, é la massima bestemmia ". 
Sergio Quinzio, Un commento alla Bibbia, Adelphi pp.388 -389

Le difficoltà sul rinnovamento delle religiose e dei religiosi 5,
di Padre Felice Artuso
Tranne qualche esigua controtendenza, nel nostro continente diminuiscono le religiose e i religiosi, mentre crescono di numero e vivacità nei continenti poveri e di recente evangelizzazione. 

Inoltre sorgono ovunque nuove forme di vita consacrata con finalità specifiche, che sono all’esame dell’autorità competente. 

Potranno affermarsi e diffondersi in breve tempo, come pure rimanere in pochi membri e scomparire, senza lasciare una rilevante memoria delle loro iniziative.
 
Da qualche decennio nascono anche dei gruppi di fedeli laici, che stimano la vita consacrata. Riconoscono che essa è una scuola di autentica testimonianza evangelica. Ne condividono la singolare spiritualità e attività. Diretti da uno o più religiosi, si radunano spesso, per pregare insieme, per riflettere sugli argomenti programmati e per disporsi a prestare un loro appoggio. 

Percorrono con gioia un cammino, che porta alla realizzazione della vocazione universale alla santità e alla perfezione nella carità (LG 40). Perseverano sull’angusta e ripida Via Crucis-Lucis, confidando di arrivare alla gloria immortale.

Altri fedeli laici partecipano privatamente al carisma di una fondazione religiosa. Ad esempio la Venerabile Elisabetta Tasca in Serena (1899-1978), sposa e madre di straordinaria Fede, conosciuti i Passionisti, interiorizza e propaga un difficile aspetto della loro spiritualità. 

Scrive, infatti, ad uno dei suoi figli: «Io ringrazio il Signore che mi dà la forza di sopportare le mie croci. Sì, mio caro, nelle mie croci vedo il Signore, che mi vuole vicina a Lui, crocifisso. Non devo più lagnarmi delle mie croci, perché troppe grazie mi acquistano» . 

Noi crediamo pertanto che in questo periodo di grandi mutamenti sociali e di universali disagi sia necessario parlare «di più della Croce, di questo mistero di liberazione e di libertà, d’amore e di speranza! Mistero tremendo e affascinante come nessun altro, perché nessuno come il Dio della Croce può dare al giovane la certezza d’essere amato, da sempre e per sempre, e la certezza di poter e dover amare, per sempre» .

Padre Felice Artuso