sabato 27 agosto 2011

1246 di 2013 ; Prostituta

Stefano Armellin con il pezzo 1246 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Prostituta 

"GIOVANNI...

Da allora molti dei suoi discepoli si ritirarono e non stavano più con Lui. Gesù disse allora ai dodici: volete andarvene anche voi ? Simone Pietro gli rispose: Signore, da chi andremo ? Tu hai le Parole della vita eterna. E noi abbiamo creduto e conosciuto che Tu sei il Santo di Dio (Vangelo di Giovanni 6,66-69)
Il discorso con il quale Gesù, rispondendo alla richiesta di dare un segno paragonabile alla discesa della manna nel deserto (Giovanni 6,30-31; Es 16,4), dice se stesso pane-carne (Giovanni 6,51; Dt 8,3) disceso dal cielo per nutrire morendo (Giovanni 6, 33) e acqua-sangue da bere (Giovanni 6,53-55; 6,35) é -troppo duro- (Giovanni 6,60),

scandalizza molti discepoli che lo abbandonano (Giovanni 6,61; 6,66-67). 

Chi resta non é meno scandalizzato. 

Ha, in definitiva, un unico argomento per restare accanto a Gesù: il bisogno della Salvezza che l'Altissimo ha posto in Lui (Giovanni 6,65), più forte dello scandalo, dell'assurdità (Giovanni 6,52), dell'orrore di violare il grande precetto dei Padri e della Legge (Gn 9,4; Lv 3,17; At 15,29).

Per questo bisogno di Salvezza disperatamente credono (Rm 4,18), e, credendo, comprendono quello che nessuno può comprendere (Giovanni 6,69, 7,17; 8,32)". 
Sergio Quinzio, Un commento alla Bibbia, pp.559

"Se i filosofi non fanno il sommo potere negli Stati...

in modo che il potere politico e la filosofia non si congiungono insieme e se non si escludono di necessità tutti coloro che tendono solamente all'uno o all'altra...

non é possibile far cessare i mali negli Stati e neppure, credo, nell'intero genere umano". Platone

"Queste celebri espressioni di Platone ripresentano il centro del pensiero di Eschilo". E. Severino


San Martino di Tours (316-397) c
di Padre Felice Artuso

Alcuni presbiteri non tollerano l’intraprendenza di Martino. 

Inveiscono contro di lui e lo screditano. 

Egli tuttavia non allenta la sua attività. 

Continua ad avvicinare la povera gente. Le infonde speranza con l’annuncio del Vangelo. Dona ai più miseri quanto dispone nei singoli momenti. Guarisce i malati con la potenza della preghiera e traccia su di loro un segno di Croce.
 
Conclusa una missione apostolica, si avvia verso il suo monastero. Avendo superato gli ottanta anni, avverte che gli manca il vigore. Non riesce più a procedere. Si ferma a Candes, territorio della sua diocesi. Si distende sulla terra, suo abituale giaciglio, e spera di riprendersi, ma si aggrava e muore. 

Alle esequie partecipa un folto gruppo di monaci e ammiratori, che iniziano a rivalutarlo. 

Riconoscono che è stato un grande testimone della Fede e un generoso benefattore. 

Si diffonde rapidamente la convinzione che era un vero evangelizzatore e che è un grande santo, Parecchi tribolati si recano sulla sua tomba, si affidano alla sua intercessione e ritornano a casa rasserenati. 

La Chiesa inserisce Martino nel calendario liturgico dei primi santi della carità. Lo elegge anche patrono di Tours e dei re merovingi. Infine gli dedica circa 4000 edifici, consacrati alle assemblee liturgiche .
 
L’opera di Martino ha una grande influenza. 

Dai suoi monasteri scaturiscono alcuni vescovi, che svolgono con umiltà il loro ministero e soccorrono prevalentemente i poveri. 

Nel secolo successivo San Severino, monaco contemplativo, penitente, taumaturgo e predicatore, fonda delle comunità monacali, che rispecchiano lo stile di vita, scelto dal santo di Tours . 
Dio, grande e meraviglioso, si rivela nella semplicità dei suoi inviati e testimoni. 
Vigila incessantemente su di noi che ci troviamo davanti a innumerevoli difficoltà. 
Ci chiede di vincere le nostre grettezze e di annunciare il Vangelo alla gente. 
Se lo ascoltiamo, toglieremo tante ingiustizie e la nostra società avrà un volto più umano .

Padre Felice Artuso